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Il ristorante «mattiniero»: così la fantasia risponde al virus

Paolo Massobrio mercoledì 4 novembre 2020
L'ultimo caffè forse l'ho preso ieri mattina e Angelo, il giovane barista, mi ha detto senza disperarsi che ci sono dei momenti in cui bisogna pensare al business e altri dove al primo posto va messa la salute. Dopodiché si ricomincerà ad immaginare come sopravvivere in un periodo dove tornano le restrizioni. I ristoranti ad esempio si preparano a organizzare di nuovo i delivery, nonostante stia crescendo la paradossale resistenza di chi convoca i clienti alle 6 del mattino per mangiare il bollito misto con la pearà: è successo a Verona, in un locale in piazza san Zeno che ha avuto il sold out (l'iniziativa sta diventando una catena, con ristoranti mattinieri in ogni città d'Italia). Ma è solo l'ultimo colpo di coda di una creatività che non si spegne, perché in Italia, come dice il vignaiolo Angelo Gaja, «godiamo sempre di un credito di simpatia». Il nuovo lockdown però difficilmente vedrà le canzoni sui balconi e i cartelli di «andràtuttobene» perché questo ritorno è più faticoso, anche se va vissuto con tutte le risorse che si rinvengono dentro di sé. Per esempio riscoprendo i propri vicini di casa oppure provando a vivere uno "stato nascente" che metta in gioco cose nuove. Me l'ha fatto venire in mente Carlo Cracco che dalla primavera scorsa, anziché restare con le mani in mano, ha scelto di avviare un'azienda agricola che gli ha dato nuovi spunti per la sua cucina, orientata oggi su un'inclinazione salutistica. «Tornare alla terra ti fa restare ancorato alle cose reali», mi ha detto durante un'intervista; e c'è da crederci. Ma la stessa esperienza la stanno vivendo le monache trappiste di Vitorchiano che sono partite da pochi giorni per un piccolo paese, Palaçoulo, dove sorgerà l'unico monastero trappista del Portogallo. Dal 13 novembre saranno in 10, per avviare un luogo destinato all'ospitalità secondo la forma benedettina, ma anche un centro di produzione di dolci e liquori, di cui ho avuto il privilegio di assaggiare i prototipi. Fra queste monache c'è anche madre Augusta, la più anziana del gruppo: ha voluto partecipare con gioia alla missione che sta già mobilitando la gente del posto in una gara di accoglienza. Gli stati nascenti sorgono così: quando qualcuno si pone con entusiasmo e determinazione, lasciando alle spalle la lamentazione, lo sconforto e persino la paura per l'imprevisto, che è condizione ormai normale di vita.