Il rischio di perdere una generazione di agricoltori
A Milano, quindi, accanto ai tanti primati che di fatto tutto il mondo riconosce all'agroalimentare nostrano, sono stati elencati gli innumerevoli effetti di quanto sta accadendo. Ben di più di quelli provocati semplicemente dall'inflazione, che comunque, stando ai calcoli effettuati dai coltivatori, pesa con aumenti del 16,7% solo per la verdura. L'aumento generalizzato dei prezzi degli alimenti, starebbe già portando gli italiani a scelte drastiche dal punto di vista alimentare. Decisioni di spesa che tagliano i "carrello" anche dell'11% in quantità privilegiando, è un altro degli allarmi dei coltivatori, alimenti non sempre di qualità e comunque scarsamente controllati. Ma in gioco ci sarebbe lo stesso futuro di migliaia di imprese agricole. Il 25% dei giovani agricoltori, spiegano in Coldiretti, avrebbe già ridotto la produzione «a causa dei rincari energetici» che, adesso, «mettono in pericolo il futuro di un'intera generazione impegnata a lottare per l'autosufficienza alimentare ed energetica». A complicare tutto, poi, l'arrivo di alimenti da altri continenti oppure sintetizzati «in provetta».
Cinque, quindi, sono le richieste che sono già sul tavolo del futuro governo. Sfruttare i fondi del Pnrr per «garantire la sovranità alimentare ed energetica» e ammodernare la rete logistica; istituire un ministero dell'agroalimentare e difendere i 35 miliardi di fondi europei oggi a rischio; bloccare una volta per tutte Nutriscore, cibi sintetici e accordi internazionali che ci penalizzano; ma anche fermare l'invasione di cinghiali e realizzare un "piano invasi" per garantire acqua in tempi di siccità. E per far capire meglio tutto, sempre i coldiretti ricordano due soli numeri: l'intero agroalimentare vale 575 miliardi (quasi un quarto del Pil nazionale) e 4 milioni di lavoratori.