Il “Requiem” da concerto di Kiel sul filo di Mozart e Verdi
Il Requiem in fa minore op. 20 di Kiel è stato espressamente concepito per l'esecuzione in una sala da concerto e non per la celebrazione liturgica di una messa funebre. Scritta nell'inverno del 1859 e poi dedicata alla memoria del re Federico Guglielmo IV di Prussia, la partitura precede di una decina d'anni quel Requiem tedesco con cui Brahms avrebbe deflagrato i confini formali e strutturali del genere. Kiel rimane invece fedelmente ancorato ai canoni stilistici tradizionali, dando vita a un lavoro che interpreta il testo attraverso grandi arcate espressive e significativi cambiamenti dell'impianto tonale, con qualche ingenuità nella scrittura polifonica che però nulla toglie al valore complessivo dell'opera.
Decisamente interessante il ruolo affidato al pianoforte, la cui funzione non si limita alla semplice riduzione orchestrale, ma si sviluppa secondo le traiettorie compiute di un'autonomia idiomatica che si articola perfettamente lungo l'intero svolgimento dell'opera.
Diretto da Matthias Stoffels, l'Ensemberlino Vocale si impone per un suono ricco e completo, con articolazioni precise e un intenso colore timbrico, scuro e profondo nei passaggi più delicati e riflessivi – come l'Introitus iniziale o il “mozartiano” Lacrimosa – maggiormente chiaro e definito laddove la partitura richiede un controllo tecnico superiore, come nell'episodio fugato Quam olim Abrahae o nella sezione del verdiano Dies Irae.
Friedrich Kiel
Requiem
Ensemberlino Vocale,
M. Stoffels, S. Baek
Rondeau / Ducale. Euro18,00