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Il REM, ultima risorsa agli indigenti

Vittorio Spinelli martedì 26 maggio 2020
Il "Reddito di emergenza" è il nuovo sussidio per le famiglie in difficoltà economica a causa dell'epidemia del virus. Si calcola che siano circa 900mila i nuclei familiari interessati. Da venerdì scorso 22 maggio è già attivo sul sito dell'Istituto il servizio per la presentazione delle domande, insieme ad una sintetica descrizione dei requisiti e delle modalità di accesso. Salvo emendamenti al Decreto Rilancio che lo ha istituito, il REM (nuova facile sigla) è pagato per due mensilità a partire dal mese di presentazione della domanda. Quindi se la richiesta è fatta entro il 31 maggio si ricevono le mensilità di maggio e giugno. Chi fa domanda entro il 30 giugno (termine invalicabile) riceve le mensilità di giugno e di luglio. Il beneficio parte da 400 euro mensili per una famiglia composta di una sola persona ed aumenta gradualmente secondo la composizione familiare e la presenza di figli minori, disabili ecc., ma non oltre 840 euro mensili. Per il nuovo sussidio occorre rispettare una serie di requisiti economici, patrimoniali, reddituali e sulla residenza, accompagnati da una Dichiarazione sostitutiva per l'Isee, ordinario o corrente, non superiore a 15.000 euro. Si tratta di sbarramenti e paletti che intendono limitare la concessione del REM alle famiglie che sono rimaste escluse dalle varie indennità previste da altri decreti in favore di lavoratori danneggiati dall'emergenza epidemiologica (autonomi, collaboratori, partite Iva, stagionali, domestici, agricoli, artisti ecc.).
Sono tuttavia escluse le famiglie in cui sono presenti titolari di pensione, diretta o indiretta, ad eccezione dell'assegno ordinario di invalidità da lavoro, e i titolari di Reddito o di Pensione di cittadinanza. Sono escluse, inoltre, le famiglie di lavoratori dipendenti con una retribuzione lorda superiore al limite di reddito familiare collegato alla composizione della stessa famiglia.
Tutti i requisiti devono essere posseduti congiuntamente e dichiarati con autocertificazioni. In seguito queste saranno verificate dall'Inps e, se non veritiere, soggette al recupero delle somme indebite. Come tutti i servizi Inps, le domande si presentano in via telematica (con Pin, Spid, Cie ecc.) anche presso i Caf e i patronati.