Due giorni di quotazioni in rialzo per il ministro Valditara, capace di cogliere l’indignazione popolare e farsene interprete. Prima sulla “Stampa” (27/6), quotidiano poco tenero con il governo, lo intervista Flavia Amabile. Titolo inequivocabile: «Basta con le sospensioni. Lavori socialmente utili per gli studenti bulli». “Libero” (27/6) va per le spicce: «Valditara boccia i buonisti: “Il voto in condotta dev’essere ripensato”». Poi pare proprio che i cosiddetti “buonisti” ci abbiano ripensato: a Rovigo, consiglio di classe riconvocato e voti riformulati sotto lo sguardo severo del ministro. Sobri “Corriere” (28/6): «Spararono alla prof. I voti in condotta scendono a 7 e 6» e “Repubblica” (28/6): «Giù il voto ai ragazzi che hanno colpito la prof». Sulla “Stampa” (28/6) Paola Mastrocola non solo gli dà ragione – titolo: «Giù i voti in condotta, io sto con Valditara» – ma rincara la dose: non «servizi sociali o corsi e lezioncine sulle varie problematiche» ma più scuola in senso proprio: «Non so, dare un mesetto aggiuntivo di scuola vera ai cosiddetti bulli, magari al pomeriggio». Il “Giornale” (28/6) ricorre al gergo sportivo: «Pressing del ministro Valditara», mentre la “Verità” (28/6) si dà alla sartoria riparatrice. In prima: «Spararono alla prof, una toppa sullo scandalo». All’interno: «Pezza sul 9 in condotta».
Leggere i quotidiani, ma per intero, fa bene anche per comprendere come la realtà sia complessa, e sparare (letteralmente) giudizi sia assai imprudente. Per una prof presa di mira da alcuni suoi alunni – alcuni, mica le sparavano in tutte le classi – un’altra capace di stare in aula 4 anni su 20 ma che si difende gagliarda: «Io assente? Falso» (“Corriere”, 27/6). Il suo segreto? Lo svela “Repubblica” (27/6): «Malattie, congedi, corsi. Come vivere vent’anni da prof fantasma», servizio di Viola Giannoli. E i giovani? Risolleva l’onore di un’intera generazione la lettera di Flavio Maria Coticoni, 16 anni, al “Fatto” (28/6): «I social fanno perdere l’umiltà, l’umanità e il vero senso della vita (...). È davvero il momento per noi giovani di tornare alla realtà, dimenticando le vite parallele e assolute che la tecnologia ci offre, e ricordarci di essere umani». Poiché al “Fatto” hanno sicuramente controllato che esiste e ha davvero 16 anni, forza Flavio!
© riproduzione riservata