Antiche e nuove polemiche si rincorrono sulla sua gestione, come pure sugli investimenti finanziari, ma è la vicenda dei "silenti" che da anni costituisce la spina nel fianco della Fondazione Enasarco, l'ente che gestisce la previdenza integrativa degli agenti e dei rappresentanti di commercio.A tutt'oggi la Fondazione custodisce nei suoi archivi la silenziosa presenza di circa 500 mila agenti e rappresentanti che hanno fatto regolari versamenti ma senza raggiungere i 20 anni di contributi richiesti per la pensione. Mezzo milione di assicurati che, per diversi motivi, hanno interrotto la continuità dei versamenti, divenuti così non più utilizzabili. Sospesi quindi in un limbo che da diversi anni attende ancora una soluzione, e spesso oggetto di interrogazioni parlamentari.I contributi Enasarco hanno carattere integrativo della pensione obbligatoria Inps dei commercianti, che richiede altrettanti versamenti. Ma il doppione è mal digerito dalle categorie interessate, perché l'Enasarco, benché gestisca una previdenza complementare (confermata dalla "manovra" del 2011), ha carattere obbligatorio, mentre i sistemi integrativi riconoscono a tutti i lavoratori la libertà di scegliere se e dove versare i propri accantonamenti. Inoltre le leggi della previdenza non consentono agli agenti di utilizzare i ver-samenti interrotti, ricorrendo a ricongiunzioni, totalizzazioni, cumuli ecc. e neppure di poter ottenere una restituzione. Di qui il fiorire proposte di vario genere di alcune associazioni di categoria, fino alla chiusura dell'ente e all'assorbimento nell'Inps.Il fenomeno dei "silenti" ha acquisito una maggiore rilevanza a causa del perdurare della crisi, che ha portato sia ad una crescente chiusura di contratti di agenzia sia ad una vera fuga da Enasarco. Una dispersione che lo stesso ente stima in circa 4 mila agenti l'anno, e che in molti casi proseguono la stessa attività nel regime Inps-Gestione separata, con la veste di "procacciatori di affari".In Parlamento. Una forte denuncia del problema dei "silenti" è emersa da ultimo in seno alla Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti di previdenza, nel corso di "preoccupate" audizioni che in questi giorni la Commissione dedica alla previdenza Enasarco. La stessa Fondazione ritiene che la vicenda sia di fatto non gestibile e in grado di mettere a rischio la sostenibilità del bilancio previdenziale, ove si stimi in circa 30 mila euro il valore di ogni posizione assicurativa. Un quadro completo ed analitico sui "silenti", richiesto dalla Commissione, consentirà di valutare i margini di una soluzione legislativa, ma inevitabilmente in tempi non brevi.