Il pensiero «unico» di Severino è l'unico pensiero possibile? È proprio un'idea fissa
Non esagero. È Severino che esagera. Vuole essere chiaro, chiarissimo, logicissimo una volta per tutte. Ma vuole anche riscrivere. E allora confonde un po' le carte, per rendere più interessante e vagamente scombinata la sua logica di ferro.
Sul «Corriere della sera» di martedì 21 luglio Severino difende la Filosofia (la sua) dicendo che è la sola chiave per capire la crisi in corso, ogni crisi e l'idea in se stessa di crisi. Riassume per nostra comodità il suo ultimo libro e ne viene fuori un caleidoscopio concettuale involontariamente comico. Per fortuna ci viene risparmiata la solfa secondo cui l'essere è, il non essere non è, il divenire diviene. Però quanto a sintesi Severino non scherza mai. Parte dalla manifestazione del mondo, poi illumina (non tanto) il rapporto fra mente e cervello, passa quindi all'inevitabile declino di capitalismo, democrazia, comunismo, religioni e morale. Arriva infine e come sempre alla Tecnica. Dice che lo scopo della tecnica è il capitalismo e che il capitalismo ha come scopo la tecnica. Dice che le scienze non conoscono perché separano, mentre la filosofia vede unitariamente in tutto. Conclude invitandoci a «guardare al di là». Dove incontreremo di nuovo Severino, ancora!