«Noi uomini siamo patrimonio dell'umanità, quindi quando alcuni mestieri vengono riconosciuti dall'Unesco non è per l'opera definita, ma per ciò che c'è dietro. E dietro c'è tutto il sapere degli antichi». Mimmo Cuticchio, puparo, spiega così il fatto che i Pupi siciliani siano entrati nel Patrimonio dell'umanità Unesco in compagnia dei “cantadori” sardi, ma anche della pizza napoletana e dei muri a secco di Pantelleria. Esempi di quello che nella Convenzione del 2003 l'organizzazione delle Nazioni unite ha definito il «patrimonio culturale immateriale» e che Rai Cultura racconta nel documentario che il lunedì su Rai Storia ha inaugurato una serie di cinque speciali (Siti italiani del patrimonio mondiale Unesco) che vanno ad affiancarsi a 54 pillole sorta di mini-film da un paio di minuti, stile video virale, dedicati ad altrettanti siti italiani che l'Unesco ha appunto riconosciuto come un bene del genere umano e che stanno andando in onda non solo su Rai Storia, ma anche su Rai 3 nell'ambito di un progetto, portato avanti con il ministero competente, che punta a far conoscere le straordinarie ricchezze artistiche, culturali, paesaggistiche e di sapere del nostro Paese. Quindi non solo luoghi e strutture, ma anche patrimoni viventi, conoscenze e abilità di persone che le hanno ereditate da una generazione all'altra e che le hanno adattate al mondo in cui vivono. Al patrimonio immateriale, segno identitario di un popolo, sono seguiti gli speciali su Le ville dell'ozio (dalla dimora Adriana alle Medicee, da Oplontis alle Residenze sabaude) e I paesaggi culturali (interazione tra l'ambiente e l'uomo). Lunedì scorso è stata la volta de L'interscambio culturale, in quanto l'Italia, per la sua posizione geografica al centro del Mediterraneo, e per le peculiarità delle sue vicende storiche, può davvero essere considerata una rappresentazione eccezionale del sincretismo culturale, dell'incontro di civiltà. La chiusura della serie lunedì prossimo alle 21,10 su Rai Storia con i Siti naturali, un viaggio dalle Dolomiti alle Eolie. Ancora un modo per invogliare gli italiani a conoscere il proprio patrimonio artistico, culturale e umano, a visitare le bellezze dietro casa prima ancora dei paradisi esotici.