Il Papa, i profeti italiani e la copertura dei media
Credo che la spiegazione di questa scelta dell'informazione mainstream sia da ricercare nella maggiore popolarità extraecclesiale di cui, nei rispettivi anni, hanno goduto gli uni in confronto all'altro. Ma era una Chiesa diversa ed era ancor più diversa la società italiana. Comune, invece, la carica profetica: quella che nel linguaggio dei media si traduce nell'applicazione a profili come i loro di un aggettivo – «scomodo» – da calibrare, come scriveva ieri qui su Avvenire Gianni Gennari ( tinyurl.com/yd3o36f3 ). Piuttosto, a proposito di carica profetica, sottolineo il taglio di un commento tutto da leggere alla visita del Papa a Molfetta; uscirà sul prossimo numero del settimanale diocesano “Luce e Vita”, ma l'ho potuto vedere in anticipo grazie all'amicizia con l'autore, Lorenzo Pisani, e alla cortesia del direttore, Gino Sparapano. L'idea di fondo è che «don Tonino precede la Chiesa»: sulle «frontiere dell'incontro con gli uomini d'oggi» e «nel servizio incondizionato». Ci precede in Galilea: a noi intendere – specie a chi, come Lorenzo Pisani, ha avuto il dono di una frequentazione diretta – «quale Galilea raggiungere».