Il Papa chiede di pregare per lui: un blog racconta come lo facciamo
Guardando questa tecnica con gli occhi rivolti al passato del giornalismo, si potrebbe dire che l'autore ha fatto con il blog ciò che in passato si sarebbe fatto con il telefono o per strada: ha svolto una sorta di inchiesta, selezionando poi i risultati al momento della redazione del suo breve saggio. Ma c'è la non piccola differenza che gran parte dei contributi ricevuti sono sotto gli occhi di tutti, in forma di commenti postati sul blog ( tinyurl.com/y84x6k2f ). Meglio allora guardarla con gli occhi rivolti al futuro, e pensare che la modalità digitale dell'informazione religiosa si arricchisca, tendenzialmente, di una dimensione: la stesura condivisa di un articolo. Qualcosa che dovrebbe ancor più sollecitare il senso di responsabilità di chi si pronuncia. Il che in qualche modo traspare dall'ampia casistica che ne è uscita, insieme però alla conferma (ancora una volta) di quanto la prossimità di parola che Francesco pratica si trasformi nella libertà di giudizio che i fedeli, perlomeno quelli che si esprimono in Rete, si prendono nei suoi confronti. Anche a proposito di un aspetto così neutro come la domanda di pregare per lui. Così pure a me viene da pronunciare una preghiera per il Papa: «Non abbandonarci alla polarizzazione».