Ribadiamo: l'orchestra Lega di A e B è pregata di trasferire la propria sede in via dei Matti numero 0, e senza Stefano Bollani al pianoforte. Domani si dibatterà ancora, nelle opportune sedi, del “ratto” della Coppa Italia ai danni dei 29 club di Serie C e dei 9 della D che, che da mercoledì, senza preavviso, non sono più graditi dal trofeo riservato, solamente, alle 40 “big”, di A e B. «Miopia del sistema», la definisce con molta classe il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli. È un calcio quello italico che vorrebbe tanto somigliare alla Premier inglese, ma poi che fa? Elimina l'unica competizione che vagamente cominciava a somigliare alla Fa Cup per lanciare il «nuovo format». Scommettete che tra due anni vedremo una Coppa Italia a 20 squadre, soltanto di Serie A? E che poi scenderanno a 12, per emulazione della Superlega europea. Poi il nuovo format sarà il Mundialito per club, magari con Berlusconi che organizza l'evento esclusivissimo nello stadio del suo Monza. A proposito, domani ultimi 90 minuti di Serie B, Salernitana a un passo dal ritorno in A (bravo mister Castori: ha vinto tutti i campionati dai dilettanti alla B) e il Monza che se non ce la fa a salire direttamente ci proverà ai playoff. Da Monza a Milano si viaggia «A distanza Duomo». Prendo a prestito il titolo de “Il Caffè” (del “Corriere della Sera”) di Massimo Gramellini che così ha ironizzato riguardo ai festeggiamenti di domenica scorsa per lo scudetto dell'Inter: il rave dei 30mila “smascherati” sotto la Madonnina. In casa nerazzurra il tricolore mancava da 11 anni e da 11 allenatori, e quell'ultimo mister vincente sta per tornare. Il nuovo mister della Roma è quel rissoso e irascibile Josè Mourinho. Il mago del “triplete”. «Il suo arrivo è un investimento per il Paese», è il benvenuto datogli dal n.1 del Coni Giovani Malagò, atteso giovedì prossimo alle elezioni presidenziali. Sarà... Ma lo “Specialone” di Setúbal ha vinto assai poco da quando ha lasciato l'Inter. Eppure ha guidato quattro bolidi, altrettante big da “G12”: Real Madrid, Chelsea, Manchester United e Tottenham. Dopo di lui, al Real Zidane ha vinto tutto, al Chelsea i suoi stessi «tituli» li hanno conquistati Conte e Sarri e lo United di Solskjær è in finale di Europa League. E al Tottenham che non vince mai, Mou ha compiuto un altro capolavoro: esonero con buonuscita da 15 milioni di euro. Il «Daje Roma!» con cui si è presentato gli varrà un lauto ingaggio in dollari dai Friedkin e la Domus Aurea come alloggio. C'è chi sguazza sempre nell'oro e chi invece come il brasiliano Adriano è rifinito nella polvere. Dopo aver vissuto di gloria interista e respirato l'aria del Ponentino (da noi ha chiuso alla Roma) ha scelto di tornare dove era nato 39 anni fa, nella favela di Vila Cruzeiro, a Rio de Janeiro. Scusate, ma le lacrime dell'ex Imperatore dell'Inter e l'abbraccio alla madre alla notizia del suo ingresso nella “Walk of Fame” del Maracanà, ci ha commossi. L'impronta dei piedi di Adriano ora andrà ad aggiungersi a quella degli dei del fútbol bailado: Pelé, Garrincha, Zico, Ronaldo... Se il nostro calcio avesse fatto di più per tutelare un'anima fragile come Adriano... Quello sì, che sarebbe stato un buon investimento.