Lo stesso giorno (sabato 12), sul Corriere della sera, un fondo di Claudio Magris e un capitolo di un nuovo libro ("La terza morte di Dio") di André Glucksmann, forse il più noto tra i nouveaux philosophes, parlavano di Dio e della religione. Magris era critico, ma stimolante, invece Glucksmann ripeteva, sia pure in forma accattivante, vecchi luoghi comuni: se il mondo è pieno di violenza e se qualcuno la pratica in nome di Dio, vuol dire che Dio semplicemente non esiste, perché viene a mancare come «Grande Ordinatore» e come «garante di una condizione umana che [...] si è scoperta priva di garanzie». Ed ecco il nuovo «assioma» di Glucksmann: «Per lungo tempo la brava gente fu convinta che [...] se Dio non esiste tutto è permesso»; ora lo sappiamo: «Dio esiste, dunque tutto è permesso». O, meglio: «Nel momento in cui i divieti incrollabili (riguardanti il sangue e il sesso) vengono oltrepassati e la violenza straripa, Dio perde il posto e la funzione ereditata dalla notte dei tempi». Conclusione: è questa «la terza morte di Dio». Anche per come la dice Glucksmann, Dio appare abbastanza resistente alla morte. Il Nostro dovrebbe non mettere tutte le religioni in uno stesso paiolo, perché le rispettive idee di Dio sono assai diverse tra loro perfino nel monoteismo ad esse comune. E non dovrebbe attribuire, per esempio al cristianesimo, un"idea di Dio "tappabuchi", come diceva Dietrich Bonhoeffer; oppure sostenere che, negandone la responsabilità, Egli non lascia spazio agli uomini di agire anche contro di lui. Nel suo fondo Claudio Magris lamentava soprattutto la diffusa mancanza, anche tra la gente colta, della «conoscenza religiosa». Chissà che non avesse letto in anticipo il libro di Glucksmann.
LA CAOETICAPer criticare la Chiesa che «si pretende maestra universale», Filippo Gentiloni critica lo Stato (il Manifesto, domenica 13), perché «riconosce implicitamente il fallimento della sua presunta laicità». Infatti «insegna matematica e scienze, italiano e latino, ma non riesce a insegnare quei "valori" che sono assolutamente necessari per l"etica della convivenza civile» e così chiede aiuto alla Chiesa, vedi l"insegnamento della religione a scuola. «Questa implicita rinuncia ai valori etici laici», aggiunge Gentiloni, danneggia, però, «l"esistenza civile di uno stato nel quale il pluralismo è necessario e non conduce necessariamente al relativismo». Gentiloni dovrebbe precisare quali sono, tra le molte, le "etiche laiche" con diritto di cittadinanza, perché, come un"altra volta qui si è ricordato, la rivendicazione del pluralismo anche etico porta non solo al relativismo, ma alla "caoetica". Quanto alla Chiesa e al «magistero di educazione civica», che sarebbe «un tradimento della specificità rivoluzionaria del vangelo», penso sia bene che Gentiloni legga il già citato fondo di Magris.
IL PROFESSOREIl prof. Pietro Nisii, qualificato come «docente e primario di anestesia e di rianimazione», interviene, su Liberazione (mercoledì 16), in merito alla legge sulla fecondazione artificiale, ma già alla terza riga del suo articolo scrive: «l"impianto dell"embrione fecondato». Vale la pena di proseguire la lettura?