Il nodo lega, collega, stringe. Il nodo può simboleggiare un legame profondo positivo, vitale, come ad esempio i nodi del cordone dei francescani, ma può anche alludere al cappio e dunque alla schiavitù, a un dominio dispotico. Sono infiniti i crocifissi fra XII e XVI secolo ad avere alla cintola una cintura annodata. Ciò che a prima vista appare come un ornamento casuale, è in realtà un simbolo molto antico che già ornava la pavimentazione delle basiliche paleocristiane. Ne troviamo un esemplare nella basilica di Aquileia (UD) del VI sec. (ma anche nella Sinagoga degli scavi di Ostia antica). Il singolare nodo riprodotto dal mosaico è, detto nodo di Salomone e allude alla sapienza del grande sovrano per il quale nulla era sigillato e dal quale provenivano enigmi irrisolvibili. Nella sinagoga di Ostia (risalente al I secolo) il simbolo del nodo compare nell’antica cucina dell’edificio, dove si impastava il pane e si conservavano le derrate alimentari. Il nodo veniva così a indicare come la sapienza dell’uomo inizi proprio da ciò che introduce in sé stesso, il cibo, ma anche i pensieri, le idee, le filosofie. Non così nella sinagoga di Bova Marina, in Calabria (altrettanto antica) dove il nodo appare nell’aula della preghiera, qui il simbolo fa riferimento all’unione fra l’uomo e Dio, scopo ultimo della lettura della torah. Il nodo di Salomone, tirato per un verso, prontamente s'apre, mentre tirato per il verso contrario, irrimediabilmente chiude. Ecco allora che Cristo sulla croce è il nuovo Salomone. I nodi del peccato e della morte, insolubili all'uomo, trovano in Lui una risposta e la vita eterna, irraggiungibile allo sforzo umano, è da Lui offerta con gratuità. Anche nel famoso crocifisso che, in san Damiano, parlò a san Francesco, incontriamo questo nodo. Il volto sereno con gli occhi spalancati, tipici dei Christus Triumphans, rendono già evidente, sulla croce, la risurrezione, mentre il sangue che zampilla copioso dalle sue piaghe, denuncia la sofferenza e la morte. La capacità di sciogliere e legare data a Cristo dal Padre: sciogliere dal peccato e dalla morte e legare con sé al Cielo, è simboleggiata appunto dal nodo che regge il perizoma.Il nodo di Salomone è presente al nostro quotidiano più di quanto non si creda. Sulle tastiere di chi usa Macintosh, il tasto detto «mela» reca il simbolo di questo nodo rovesciato (in inglese chiamato nodo di Bowen), alludendo alle proprietà del tasto che apre e chiude molti comandi dei programmi MAC. Fa pensare come, nonostante la gran fortuna di questo nodo, le sue caratteristiche ci siano ancora tanto estranee. La nostra società, pur credendo di estendere il suo dominio sulla vita e sulla morte, in realtà ignora la fonte della sapienza che il nodo di Salomone sigilla: quella fonte del vero e del bene che solo la Rivelazione biblica, e in particolare quella di Cristo, offre. Come già annunciava San Paolo ai greci: noi parliamo sì di sapienza, ma non di una sapienza di questo mondo, bensì di quella che viene dalla croce, scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani. E i tanti martiri di oggi continuano a dimostrarloImmagine: Nodo di Salomone, mosaico nell’antica Sinagoga, IV sec. Scavi di Ostia Crocifisso di San Damiano, croce dipinta del XII sec. Anonimo. Basilica Santa Chiara Assisi.