Si può convenire con chi condanna l"uso dell"«analogia nazista» nel referendum che vuole abrogare il divieto della selezione eugenetica degli embrioni in provetta. Solamente, però, perché chi firma lo fa non consapevole degli effetti della sua adesione. Infatti «la diagnosi preimpianto degli embrioni non ha nulla a che fare col nazismo», che praticava l"eugenetica senza diagnosi embrionale. Sul Sole 24 Ore (domenica 12) il prof. Gilberto Corbellini, che più "laico" non si può, definisce le «tecnologie biomediche» usate per la scegliere gli embrioni buoni e scartare, uccidendoli, quelli cattivi «non diverse da tante altre che interferiscono con il corso della natura (vaccinazioni, anestesia, antibiotici, trapianti eccetera), che consentono di prevenire e curare malattie ereditarie». E però, mentre le altre tecnologie biomediche salvano vite umane, la selezione eugenetica, sia pure per salvarne una, ne uccide molte. «Senza far male a nessun"altra persona», scrive invece Corbellini, che poi insiste: «La presenza della coercizione è discriminante per la validità dell"analogia nazista. La selezione eugenica dei nazisti era imposta dallo Stato secondo criteri di superiorità arbitrari». Con questo criterio chi uccide su imposizione commetterebbe un delitto, chi lo fa liberamente compirebbe un"opera buona. E ancora: «La selezione eugenica dei nazisti era imposta secondo criteri di superiorità arbitrari». Forse che i criteri selettivi delle «tecnologie biomediche» - salvare i sani (a quel tempo gli ariani) e uccidere i malati (gli ebrei, gli storpi, gli zingari, i preti...) - non sono altrettanto arbitrari e altrettanto imposti da chi si arroga un potere di vita e di morte su creature umane minuscole e indifese? E poi: se la selezione eugenica coercitiva nazista era delittuosa perché uccideva esseri umani "inferiori", come si fa a definire meritoria l"attuale selezione volontaria? Basta una semplice operazione di tecnologia biolinguistica (ovvero di Antilingua): sostiture la parola "eugenetica" con la definizione di «diagnosi preimpianto».
ORTICELLIIl direttore di Libero, Vittorio Feltri, è recidivo. Dopo la maramaldata su Baldoni, ci ha riprovato (mercoledì 15) con «le due Simone, tanto generose quanto stolte nella scelta di andare laggiù a fare del bene a chi, costituzionalmente, è portato a desiderare il male». Non sapevano che «accostarsi a certe organizzazioni porta sfiga» (sfortuna) oppure «è un pericolo in sé». Eppure domenica 12 il suo vice, Renato Farina, aveva cercato di fargli capire, in un fondo, che «l"idea delle piccole patrie», il preoccuparsi soltanto del «my backyard», del proprio orticello, il «non intromettersi in mondi lontani» non porta a nulla. Quando si vuol essere uomini, ha scritto Farina da cristiano, «se qualcuno chiama, fai i conti e parti [...] Il futuro non potrà essere l"ermetica chiusura reciproca». Niente da fare. Risposta di Feltri sulla colonna accanto: «Già, perché farsi sgozzare serve a tanto [...] Renato, rivolgiti a Telefono amico». Quanto alle due Simone, sono «un po" sventatelle o almeno incoscienti [...] esistono persone votate al sacrificio, aspiranti al suicidio, si accomodino. Non sarò però io a dar loro una mano, ho altri impegni»: il suo orticello? «Fare del bene a chi punta al tuo male è da stupidi [...] Ognuno della propria vita fa quello che gli garba, però poi non si gridi che il governo è obbligato a salvargliela, magari pagando il riscatto coi soldi nostri». Però coi nostri soldi si possono mandare tanti ragazzi a farsi ammazzare fuori del loro orticello: perché? Il doppio fondo di Libero è un bell"esempio di democrazia interna. E allora dai, Renato, riprovaci.
SUCCESSI FUNEBRI«Successo italiano», secondo Libero (martedì 14). L"Unità lo descrive così: di 737 uova solo il 37% (272) è sopravvissuto allo scongelamento. Di queste solo il 45% (123) è stato fecondato. I 104 embrioni più sani (19 buttati) sono stati impian