Il Molise dei longobardi, delle cripte e... dell'incuria
Tutto bello e interessante? Interessante molto, ancor più quando fa riaffiorare la storia della civiltà Longobarda e i suoi nessi col monachesimo; bello un po' meno, quando scopri che le piastrelle con impresso i nomi di ognuno dei monaci, sono state coperte da plastica e sabbia per preservarle (?). Ora, non so chi sia stato il genio che ha pensato a una soluzione del genere, che sembra più incuria che protezione; così come è un peccato sapere che quello che potrebbe essere il più grande museo dell'Alto medioevo, con migliaia di pezzi che non vedono la luce, di fatto non esista. Immagino che ci siano dei responsabili (pagati), magari anche dei progetti (finanziati), ma lo spettacolo che il visitatore ha di fronte è quella plastica mista a sabbia che, secondo una legge della deresponsabilizzazione, dovrebbe proteggere. Poco più in là, a Scapoli, c'è il museo della zampogna. Piccola cosa rispetto a San Vincenzo, ma è chiuso. Allora l'appello di oggi va diritto al ministero dei Beni culturali, che dovrebbe verificare lo stato dell'arte (nomen omen) di certe situazioni, prima di proclamare a gran voce che l'Italia è cultura e turismo. Purtroppo l'Italia vista così è un pasticcio, alimentato da una scarsa sensibilità al bene comune. E la filiera dell'attrattiva rimane spezzata, magari solo per un'alzata di spalle dentro a un qualche ufficio di città.