Quando ci si sveglia, ormai il sole sale velocemente per irradiare di luce gli alberi pronti a sbocciare e persino i volti coperti dalle mascherine. E c'è silenzio intorno alle 6.30, quando ti chiedi se anche oggi la mente sarà bombardata dalle notizie, senza sapere quale davvero ti può interessare. Sono pensieri del mattino, misti al timore che qualcosa ti strappi via da ciò che vale la pena affermare, che non è mai un'angoscia, una paura, il dubbio su tutto e il sospetto sull'altro. C'è silenzio al mattino nel borgo di Santa Marta, fra i campi di riso, le rogge e le auto che sfilano sull'autostrada dei Fiori, appena dopo il casello di Assago. Paola e Alberto Mina domenica hanno perso la loro bambina, Grazia Maria, che in verità aveva vent'anni ma era fragile nel suo corpicino che spesso si contorceva. Ha avuto un arresto cardiaco dopo il ricovero in ospedale. E un silenzio diverso, soffice come una neve, è calato alla sera in quella bella cascina lombarda, a cui in tanti si sono collegati per recitare il rosario. Alberto e Paola sono miei amici carissimi, hanno generato 5 figli; lui è impegnato in relazioni internazionali, lei è insegnante e Grazia Maria, che non poteva parlare e camminare e aveva bisogno di tutto, era una presenza che riempiva la vita a tutti. Aveva un linguaggio tutto suo: di sorrisi, di gesti, di sguardi che un grande fotografo come Bob Krieger seppe cogliere facendole un ritratto bellissimo. Mi hanno sempre colpito questi amici perché quella presenza che Alberto chiamava "Mistero" non aveva mai censurato nulla delle loro aspirazioni, della loro gioiosa famiglia, del rapporto con gli amici, condiviso in una casa o al ristorante, sempre con lei al nostro fianco. Le si dedicavano con amore esemplare e si capiva che quella era la loro risposta di fronte al Cristo sofferente; la loro offerta libera e lieta. Il silenzio di Grazia Maria, quello di Santa Marta, quello delle nostre mattine, sono il paradigma di come sarebbe necessario vivere questi momenti cruciali, senza baccani e senza aumentare le angosce. E poi c'è l'invito all'offerta che interpella ciascuno di noi, ora, perché questa è la vita adesso: è la nostra realtà. Che si può anche non accettare, ma ne va del gusto di una mattina di luce, ne va del tempo che ci è dato da vivere. Grazia Maria, coi tuoi silenzi ci hai detto tantissimo, anzi ci hai riempito la vita.