Luigi Pozzoli, sacerdote e scrittore scomparso un anno fa, nel suo diario intitolato Pensieri vagabondi documenta una cena in casa di Luigi Santucci con l'amico David Maria Turoldo. Il frammento è del 1991 e vi traspare la personalità forte di Turoldo, anche nel momento della malattia, la sua coerenza. Pozzoli racconta: «Si avverte la cospirazione dell'amicizia per permettere a padre David di trascorrere una sera diversa, sottratta, per quanto è possibile, alla coscienza tormentosa del male. Seduto davanti a lui, osservo: capelli ormai radi e spettinati, il volto scavato, la giacca larga sulle spalle, gli occhi un po' sperduti dietro un velo umido. C'è un'aria festosa intorno a lui. Troppo. Non so come, a un certo punto c'è chi accenna, scherzosamente, alla porpora. Lo sento mormorare: "C'è ben altra porpora…". Ora legge alcune poesie. Sono quelle scritte dopo l'ultima operazione. L'emozione è grande, in tutti. Sono parole torchiate, spremute, straziate. Sono provocazioni amare, eppure quanta luce si sprigiona da queste parole, la luce della fede autentica che non chiede a Dio la guarigione, ma il miracolo di fare fronte, di dare un senso a ciò che apparentemente non ha senso… Conserverò soprattutto l'immagine di un volto su cui, durante la lettura, si dipingeva la fierezza di saper vincere il Drago con la forza della Parola».