Èsicuramente uno dei mestieri più difficili del mondo, fare il Sindaco di uno degli ottomila Comuni italiani. Subito dopo la gloria della vittoria e la formazione della Giunta, appena spente le luci delle TV, inizia per il neo-eletto un infinito slalom tra pericoli, ostacoli, rischi d'ogni tipo. L'ordinamento giuridico, nel complesso, non tutela la funzione del Sindaco ma anzi la "espone" fortemente - a prescindere dall'onestà e dalla qualità del suo operato - a subire procedimenti penali e amministrativi su ogni delibera, a soffrire l'azione di contrasto e di veto (talvolta insuperabile) della sua stessa amministrazione comunale quando decida di cambiarla radicalmente, a rischiare il "fallimento" a causa di bilanci comunali caratterizzati da poche leve autonome e molti vincoli. Ad aggravare la situazione, c'è l'assenza nel nostro ordinamento del principio di rilevanza. Per una strana idea di "egualitarismo istituzionale", infatti, tutti i Comuni sono uguali tra loro: il nuovo Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, ad esempio, dovrà affrontare la complessa missione della rinascita della Capitale - con il suo brand globale, i suoi quasi tre milioni di abitanti e un'estensione monstre pari alla somma di quella delle prime otto città italiane - avendo a disposizione gli stessi strumenti di cui dispone il Sindaco di un Comune di tremila abitanti. Ma anche il mestiere più difficile del mondo offre opportunità insperate. La prima (riservata alle grandi città) nasce da una fase storica in cui la competizione globale si gioca tra città globali e internazionali, molto più che tra sistemi-Paese: diventare attrattivi per capitali privati, idee e investimenti provenienti dall'Europa e dal mondo, organizzandosi con strutture ed iniziative ad hoc per giocare al meglio questa partita, è oggi un "dovere morale" per chi vuol costruire un futuro migliore per i suoi concittadini. Da ciò deriva anche la necessità di puntare in modo profondo sulla partnership pubblico-privato, da regolare con rigore in partenza e da gestire in modo trasparente: le fortune costruite negli ultimi 15 anni da Milano nascono da questa strategia. Altra grande opportunità è ripensare il modello urbanistico tipico del Novecento, che ha progressivamente concentrato in aree ristrette del centro delle città funzioni strategiche, servizi ad alto valore aggiunto, attività culturali di pregio: abbattere progressivamente i muri che hanno diviso la cittadella del centro dalle immense periferie è una chance storica che oggi i primi cittadini possono concretamente coltivare. Non sembra così attraente il mestiere più difficile del mondo: chi è già affermato nel proprio ambito professionale, di solito, evita di farsi trascinare in questo gorgo. Ma chi ci prova con competenza e coraggio, spirito di servizio e un po' di incoscienza, sa di poter cambiare la qualità della vita di molte persone. È un incentivo senza pari, in fondo, per chi vuole dedicarsi al bene comune.
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