Facendo passare i testi sacri per essere da essi aiutati a contemplare il creato e a trovare in esso scia delle benedizioni divine non possiamo trascurare il salmo 33. Esso contiene questa magnifica immagine: «Come in otre raccoglie le acque del mare, racchiude in riserve gli abissi» (v 7). Il passaggio dà un'idea, seppure approssimativa, della relazione che esiste tra Dio e il mare. Esso rimanda alla proporzione tra un viandante, un carovaniere, e il suo otre. Come questo soggetto ha potuto racchiudere nel recipiente confezionato con pelle ovina l'acqua che gli servirà per il viaggio, badando bene che non ci siano perdite, altrettanto Dio. Egli ha collocato il mare entro i suoi limiti vigilando con cura che non ci siano fuoriuscite. Se l'otre perde acqua il viandante morirà di sete, se il mare varca i confini le morti saranno più di una. Il salmo in questione ha un messaggio chiarissimo a proposito di Dio creatore: «Egli parlò e tutto fu creato, comandò e tutto fu compiuto» (v 9). Il Dio a cui basta una parola per dare completezza al suo disegno creativo, che controlla il mare come un viaggiatore il suo otre è il Dio di cui il salmo afferma: «Ecco l'occhio del Signore è su chi lo teme… per liberarlo dalla morte» (vv 18-19). Sì! Lo sguardo di Dio è per sciogliere dalla morte, perché ogni goccia di vita non venga inghiottita dalla burrasca.