Il lutto nel cuore d'Africa e i nostri morti lombardi
Ma ciò che mi colpisce di più, è un branco di giraffe. Una compagna giace morta nella savana, forse di vecchiaia. La cosa sbalorditiva è che il branco, ignaro della telecamera nascosta, converge verso la sorella immobile sull'erba, e a decine le si fermano attorno, e rimangono immobili a osservarla. Muovono leggermente i lunghi colli eleganti, si chinano verso terra, la guardano con i grandi occhi miti. Il sole cala ed è il tramonto, rosso fuoco: le giraffe, in circolo, ancora vegliano la compagna. Osservano, si direbbe, con stupore la loro simile, che il giorno prima correva insieme a loro. Incredibile, eppure la telecamera lo testimonia: il branco, nella notte che cala, sembra in lutto. Allora penso ai nostri morti lombardi, portati via a centinaia coi camion, senza funerali. Il tempo dovuto ai morti, nell'epidemia cancellato: quel tempo del lutto, che è indispensabile a chi rimane. Talmente iscritto nel codice della vita che, scopro, misteriosamente se ne vede eco anche in un branco di animali selvaggi. (L'orma di Dio troppo grande, per non lasciare traccia in ogni sua creatura).