Rubriche

Il libro nell'acqua

Alberto Caprotti domenica 23 agosto 2020
La ragazza che cammina nel mare lascia solo una piccola scia dietro di lei. Ha un cappello di paglia, non sono nemmeno le 7 di mattina. Chissà perché le cose più piene di vita succedono all'alba. Forse è colpa del sole che è geloso e le illumina poco: non vuol permettere a tutti di vederle, perché potrebbero sporcarsi. Il bello della ragazza che cammina con il mare che le arriva quasi alle ginocchia però è che sta leggendo un libro. Un passo dopo l'altro, sottile e diritta. Legge e cammina, non pare avere una meta, il traguardo deve essere nelle pagine. Si direbbe che il libro sia un abisso profondo e lei lì, in caduta libera, ci si è tuffata dentro nel silenzio protetto dal blu che la circonda. Leggendo va incontro a qualcosa: penso che ci arriverà di sicuro, anche se non alza gli occhi nemmeno quando gira le pagine. Vorrei inseguirla, chiederle perché. O almeno sapere il titolo. Non lo faccio, rovinerei tutto. Lei è la dimostrazione piena che leggiamo perché siamo soli, leggiamo per non essere soli, leggiamo perché abbiamo bisogno di essere soli. E che la solitudine è terribile quando ti sceglie, ma è splendida quando si sceglie. Specie in un mattino lucido, con un cappello di paglia in testa, l'acqua bassa da attraversare e un libro che ti assorbe i pensieri e l'esistenza.