Il granello di sabbia di «Lobo» Carrascosa
«Richy, io, il Mondiale non lo gioco» dice Carrascosa al suo compagno in panchina.
«Che cosa stai dicendo Lobo, sei impazzito? Sei il nostro capitano! Guarda che questo Mondiale lo vinciamo! Alzerai tu la coppa!».
El Lobo vede, proprio in quel momento, Luque che crossa quasi dall'angolo e Daniel Passarella segnare un meraviglioso gol di testa. Capisce che non sarà lui ad alzare la coppa, capisce che questo Mondiale, l'Argentina lo vincerà, ma non in suo nome. Perché quattro minuti prima Jorge Carrascosa ha deciso di smettere di essere il capitano di quella squadra e che non giocherà mai più per quella maglia. Non saranno le sue mani a toccare quella Coppa, ricevendola dalle mani insanguinate di Jorge Rafael Videla.
Andò proprio così, l'anno successivo. Dopo una serie di porcherie che portarono l'Argentina in finale, fra le quali la Marmelada Peruana, una partita finita 6-0 per l'Albiceleste che avevo bisogno di segnare molti gol per superare il Brasile nella differenza reti. Il Perù decise di schierare in porta Ramon Quiroga, argentino neo-naturalizzato peruviano, che subì sei reti una più ridicola dell'altra. Anni dopo, si scoprì che a Lima arrivarono anche un milione di tonnellate di grano e una linea di credito da 50 milioni di dollari, omaggio dei generali argentini.
Carrascosa è oggi un sereno signore che la scorsa estate ha compiuto settant'anni, vivendo dignitosamente la sua seconda vita grazie a un lavoro da assicuratore. Avrebbe potuto diventare una leggenda e raggiungere un sogno sportivo difficile perfino da sognare: vincere un Mondiale in casa, da capitano. Questo terzino scomparso dalla memoria perché rinunciò a essere un eroe, ci insegna ancora oggi che ci sono dei valori che non sono negoziabili. Jorge Carrascosa incontrò nel 2016 Massimo Calandri, inviato di "Repubblica", dicendogli: «Certe cose – la patria, l'essere fratelli, la vita o la morte – non hanno niente a che vedere col prendere a calci un pallone. Per questo non mi sono mai pentito della mia scelta. Credo che ognuno di noi possa fare qualcosa per rendere questo mondo migliore. E io, il mio granello di sabbia l'ho messo». Ieri, come oggi: a che cosa siamo disposti a rinunciare? Quale prezzo siamo disposti a pagare? Quanti granelli di sabbia servono per fermare una brutta mareggiata?