Il giusto equilibrio del matrimonio
Chiede la moglie al detective: “Qual è secondo lei la ragione per cui ci si sposa?”.
L'uomo risponde : “La passione!”. “No”, risponde lei. Lui aggiunge: “E' interessante, perché io avrei detto che lei è una romantica. Allora qual è?”.
E la donna risponde: “Perché ci serve un testimone della nostra vita... Ci sono miliardi di persone sul pianeta. Insomma, quanto può valere ogni singola vita? Ma in un matrimonio, la promessa è di prendersi cura di tutto... sia delle cose buone, che di quelle terribili, o frivole. Di tutto, sempre, ogni giorno. Chi promette dice: la tua vita non scorrerà inosservata, perché io l'avrò osservata; la tua vita non sarà priva di testimoni, perché io sarò il tuo testimone...”.
Dunque nel matrimonio la passione non c'entra? Non c'entra il sentimento?
Forse, più semplicemente, passione e sentimento non sono sufficienti da soli a giustificare un rapporto complesso come il matrimonio.
Il matrimonio è davvero una storia nella quale ciascuno dei due è l'unico, vero testimone della vita dell'altro: conosce l'altro come nessuno, anche nelle pieghe segrete dell'essere, lo conosce e lo vede anche nei momenti in cui lui stesso non si vede. Nel matrimonio vediamo l'altro in azione ogni giorno, in ogni tipo di situazione, nel rapporto con se stesso oltre che con il mondo; possiamo osservarlo “di spalle”, conoscere lati dei quali lui stesso non ha consapevolezza. Lo vediamo soffrire, lo vediamo essere allegro e triste, sfiduciato o fiducioso; lo vediamo invecchiare. Lo ammiriamo, lo detestiamo, lo amiamo, lo rifiutiamo. Ma se il rapporto è un rapporto vero, il tempo lo rende sempre più prezioso, malgrado ogni difficoltà.
Per poter essere tutto questo, il matrimonio va però ridefinito per quello che è: un rapporto pensato per durare nel tempo, non un rapporto a termine. Proprio questa caratteristica ne fa sul piano affettivo e psicologico un legame altamente specifico, molto diverso dagli altri rapporti, anche intensi e significativi, che non mettono come presupposto condiviso l'impegno reciproco alla continuità e alla durata. Ma il progetto di far durare il legame d'amore “per sempre” comporta come conseguenza altrettanto specifica la necessità di sviluppare alcune competenze che non possiamo dare per scontate: si tratta delle competenze necessarie per fronteggiare le inevitabili situazioni di crisi che prima o poi si presenteranno, senza mai arrivare a distruggere la relazione stessa. Questo richiede all'uomo e alla donna di accettare il matrimonio come un lungo cammino, che li pone davanti alla sfida di una continua crescita. Sia a livello individuale che in quanto coppia, dovranno passare infatti attraverso numerosi cambiamenti e momenti di rinegoziazione del loro rapporto, perché la decisione iniziale non è che il primo atto di una avventura lunga, interessante e ricchissima.
Leggere il matrimonio come un processo dinamico è molto importante: il rapporto di coppia infatti non può essere pensato come qualcosa di stabile e definito una volta per tutte, perché il mutare della vita nel tempo e l'evoluzione personale di ciascuno rendono necessari continui adattamenti reciproci. La sfida è quella di trovare un giusto equilibrio tra la continuità e il cambiamento: continuità che permette di trovare e mantenere l'identità unica di quel rapporto, cambiamento che permette a ciascuno di continuare a crescere, pur nel rispetto dell'altro.
Proprio in conseguenza di tutto questo, la comparsa di momenti di crisi non può essere considerata un fatto eccezionale e non indica necessariamente una disfunzione o una patologia della coppia stessa; ogni crisi ha invece la funzione di segnalare che è giunto il momento di mettere in discussione il proprio legame, per riorganizzarlo su equilibri nuovi e introdurre i cambiamenti che servono perché il rapporto si mantenga al tempo stesso stabile e sempre vitale.