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Il futuro è nei paradisi virtuali anti-stress

Gigio Rancilio venerdì 30 dicembre 2016
Da sempre nel mondo digitale il futuro occupa un posto speciale. Non passa giorno nel quale qualcuno, in ogni parte del mondo, non proponga una novità o non descriva scenari futuri tecnologici. A poche ore dalla fine del 2016 è tutto un fiorire di previsioni sulle tecnologiche che caratterizzeranno il 2017.
Se per anni – e in percentuale sempre minore ancora oggi – la tecnologia ci ha fatto paura, secondo gli esperti di Samsung Design Europe e Foresight Factory, nel 2017 accetteremo (con gioia o rassegnazione?) il sopravvento delle tecnologie nelle nostre vite. La chiamano l'«era della tecnologia emotivamente avanzata». E sta a significare che – grazie alla realtà virtuale, a quella aumentata e a sensori e macchine dotate di intelligenza artificiale – «la tecnologia ci aiuterà sempre più a potenziare le nostre capacità e a superare i nostri limiti».
Per esempio, attraverso braccialetti e orologi a contatto col nostro corpo, la tecnologia non solo rileverà i nostri parametri fisici 24 ore su 24, ma imparerà gli stili di vita di ogni possessore arrivando a suggerirgli quale stile di vita e quale alimentazione assumere per migliorare il proprio benessere.
Non solo. In società sempre più caotiche «diverrà sempre più importante misurare il livello di stress delle persone». Ma la tecnologia "indossabile" farà molto di più per noi. «Quando si accorgerà che abbiamo superato il limite dello stress, ci suggerirà di isolarci per un certo numero di minuti da email, cellulari, tablet e pc, «e con la realtà mista (virtuale e aumentata) ci porterà in luoghi capaci di rilassarci». Ognuno avrà il suo "rifugio anti stress": chi un bosco in montagna, chi una cima innevata, chi un campo di lavanda, chi un mare cristallino su un isola deserta.
Mentre saremo virtualmente "in vacanza", i sensori misureranno le nostre reazioni, dandoci suggerimenti per contrastare in maniera sempre più efficace il nostro stress. Allo stesso modo, questo tipo di tecnologia sarà impiegata per liberarci da fobie e paure. Misurando in continuazione le nostre condizioni fisiche le tecnologie arriveranno persino a indicarci il momento migliore per apprendere un determinato esercizio fisico o una nozione. La promessa (un po' inquietante, per la verità) è che «le nuove tecnologie ci permetteranno di trarre il massimo dalle nostre vite».
In campo social, secondo l'Università di Princeton, il 2017 sarà invece l'anno dell'entrata in crisi di Facebook. Gli utenti del social, infatti, pubblicano sempre meno contenuti, limitandosi in percentuale sempre maggiore a mettere "mi piace" o a condividere contenuti di altri. Questa "pigrizia digitale" degli iscritti al social più frequentato del mondo sta creando problemi non da poco a Facebook. Che, a dare retta a Princeton, rischia di morire entro la fine del 2018. Difficile dire quanto questa previsione sia esatta.
Personalmente trovo molto più interessante e spaventosa la previsione contenuta nel rapporto del Siep, l'organismo supervisionato dall'Onu che si occupa della cosiddetta spazzatura elettronica. «Nel 2017 i rifiuti elettrici ed elettronici aumenteranno del 33%. Già oggi sono 7 chili pro capite, per un totale di 49 milioni di tonnellate l'anno». Una montagna di tecnospazzatura che non riusciamo a smaltire se non in minima parte.