IL FUOCO DELL'AMORE
(1909-1943) che ci offre una sorta di cartina di tornasole del vero credente. Lo è soltanto colui che, pur essendo attratto dal gorgo di luce e dal fuoco d'amore di Dio, non si isola in un limbo dorato, ignorando il mondo e il prossimo. Attraverso quel transito nell'orizzonte divino non si accontenta di dire Dio in modo giusto e bello, ma lo irradia nelle realtà terrene che acquistano un valore e un rilievo nuovo e sorprendente. Bisogna, quindi, diffidare da chi sa solo parlare in modo raffinato e accurato di Dio, di chi si astrae in un cielo intatto e intangibile. La vera esperienza del «fuoco dell'amore divino» ti lega, invece, alle cose, ti inserisce nella storia, ti accosta agli altri; e tutte queste realtà sono come trasfigurate, acquistano un aspetto inedito; le azioni, anche le più semplici, e le parole, anche le più scontate, ottengono una qualità nuova e appassionata. Questo è l'autentico effetto del vero incontro con Dio.