Non soltanto i piccoli, hanno bisogno di fiabe. Ci sono troppi temi, infatti, che a noi adulti di oggi suonano come tabù: pensate per esempio alla morte, all'Al di là, all'ultimo viaggio terreno. Così che delle belle storie, per guardare in faccia queste faccende, aiuterebbero pure noi. E ci aiuterebbe, magari, trovare qualcuno capace di mettere insieme parole e musica per ricamare su questi pensieri difficili delle fiabe in forma di canzone. Ci aiuterebbe, quindi, uno come Angelo Branduardi. Perché Branduardi, una fiaba sull'addio dell'uomo alla vita terrena, l'ha già scritta; la canta per noi sin dal 1976. Tanto che oggi forse ci basterà riscoprirla e riascoltarla (o rileggerla), per sfidare più sereni il timore della morte o certe chiacchiere orgogliose sull'ultimo addio. «Se viene la sera, compagno non avrai, da solo farai la tua strada: allora la prima sarà la faina, verrà per portarti paura. Se non la fuggirai, sorella ti sarà; è lei che davvero conosce, per il tuo passo, il sentiero sicuro... Se viene la sera, compagno non avrai, da solo farai la tua strada: sarà solo allora che da te verrà il lupo, per portarti paura. Se non lo fuggirai, fratello ti sarà; è lui che davvero conosce, per il tuo capo, un riparo sicuro... Seguendo la via che va verso il lago, poi, troverai la sorgente: ritroverai la collina dei giochi, e là... Là, tu deponi il tuo cuore».