In Italia "Don't look up", di Adam McKay, è risultato il film più visto su Netflix (dove è disponibile dal 24 dicembre, dopo un breve passaggio nei cinema) durante le festività natalizie. Così molte sue chiavi di lettura, a partire dall'analogia tra la catastrofica cometa che vi si immagina e la pandemia della nostra realtà, attraversano l'opinione pubblica; fra di esse ne ho incontrate in Rete tre assai suggestive sulla possibilità che il film indichi – all'opposto del titolo – una prospettiva trascendente. Giuseppe Savagnone, nel suo settimanale "Chiaroscuri" sul sito "Tuttavia" dell'Arcidiocesi di Palermo (
bit.ly/3r8fkx9 ), coglie in "Don't look up", più che una critica sociale, una «riflessione esistenziale» sull'ineluttabilità della morte, e citando Pascal sottolinea che «proprio alzando gli occhi si potrebbe scoprire che la nostra finitezza, finalmente compresa e accettata, apre lo spazio a Qualcosa o Qualcuno che la supera». Secondo Eugenio Ciccotti, che ne scrive su "Formiche" (
bit.ly/3JYrFwt ), il film è la riprova che «nei momenti drammatici il cinema americano sa riscoprire la fede»: il regista ci vuole ricordare che «se continuiamo a vivere egoisticamente, immersi nella falsità, estromettendo i valori etici e la fede in Dio, siamo già morti», mentre l'apocalisse che egli racconta «si può leggere anche secondo il significato letterale, ossia quello giovanneo di "rivelazione" sui destini degli ultimi tempi». Nella recensione postata sul sito di "Famiglia Cristiana" (
bit.ly/3FlCZiG ) Giuseppe Lorizio individua il messaggio di "Don't look up" nell'«intenso momento di riconciliazione, di gratitudine e di preghiera» che alcuni dei protagonisti vivono nel drammatico finale, raccolti «in casa intorno alla mensa», e raccomanda il testo dell'orazione che in quel momento un giovane di fede evangelica rivolge a nome di tutti a Dio Padre e Creatore: «Signore, che il tuo amore ci dia conforto in questi tempi bui per affrontare qualunque cosa accada per tua divina volontà, con il coraggio e il cuore aperto all'accettazione».