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Il disprezzo del lavoro e della vita e la memoria che bisogna pur avere

Umberto Folena giovedì 2 dicembre 2021
Stupisce e rallegra, pur nella sua tragicità, l'apertura di prima pagina della “Repubblica” (30/11): «1.000. Sono i morti per lavoro in dieci mesi. Mai così tanti» con il numero colorato, affinché risalti meglio “saltando fuori” dalla pagina. È un tema tra i più cari al nostro giornale e fa piacere ritrovarsi, una volta tanto, in compagnia. Seguono ben due pagine di foto di “caduti”, come opportunamente li definisce Marco Patucchi: «Il bollettino del “crimine di pace” dei caduti del lavoro segna un altro tassello che dovrebbe pesare sulla coscienza dell'intera società italiana». Chiara Saraceno conclude così il suo commento: «Occorre un'azione capillare, anche a livello culturale, che si opponga all'idea di lavorare a tutti i costi e in tutte le condizioni, in sprezzo del rischio e del valore della vita umana, anche di quella del lavoratore o della lavoratrice più precaria e perciò più ricattabile». Sarà una coincidenza (lo sarà?), ma sul “Fatto” (1/12) Daniela Ranieri compie un'analisi serrata e severa di tre spot di un'azienda sotto accusa per il trattamento dei propri lavoratori, Amazon, che vede come protagonisti e interpreti i suoi lavoratori (autentici?). L'advertising è spesso rigonfio di retorica, ma stavolta parrebbe aver superato la soglia del sopportabile. Titolo: «Sono scimmie ammaestrate per far pubblicità ad Amazon». E saranno altre coincidenze, ma la “Stampa” (30/11), con Veronica De Romanis spiega come i dati Ocse rivelino che per gli italiani il lavoro ha sempre meno valore; e “Libero” (30/11), con Claudia Osmetti, riferisca la grande novità al tempo del Covid. Titolo: «In 770 sono scappati dal posto fisso».
In coda, con un pizzico di veleno, la denuncia del “Giornale” (1/12). Titolo: Morisi messo alla gogna senza commettere reati (...) dall'asse mediatico-giudiziario di sinistra». Parla di «metodo Travaglio», il “Giornale”, evocando l'aggressione a Boffo col “metodo Feltri” di cui proprio il Giornale fu teatro 12 anni fa. Ah, la memoria!