Il digiuno nonviolento di Agmon per la pace e la salvezza degli ostaggi
Che cosa si può fare al di fuori dello scenario del conflitto? In Italia, abbiamo attraversato fasi diverse – dalle contestazioni nelle università ai cortei nel centro delle città –, per lo più ad opera di minoranze guidate da gruppi politicamente schierati i quali, con gesti di intolleranza, spesso hanno danneggiato la causa della pace invece di favorirla. Oggi il silenzio sembra tristemente sceso, frutto di un accidioso abituarsi alla sequela di notizie tragiche che giungono dal fronte. Eppure, ci sarebbe da mobilitarsi davanti ai 74 bambini uccisi nella Striscia di Gaza durante i primi sette giorni del 2025, secondo i dati dell’Onu. Oltre un milione di minori vivono in tende di fortuna. Dal 26 dicembre, otto neonati e neonate sono morti per ipotermia. L’ospedale Kamal Adwan, unica struttura medica con unità pediatrica ancora operativa nel nord di Gaza, ha cessato di funzionare a causa di un raid avvenuto a fine dicembre. Il bilancio palestinese parla di circa 46mila vittime dal 7 ottobre 2023, cui vanno aggiunti 110 mila feriti e 11mila dispersi, la maggior parte dei quali si troverebbe sotto le macerie, ovvero quello che resta di decine di migliaia di abitazioni, luoghi di culto, edifici pubblici, scuole, università. Il presidente entrante americano ha detto che, se Hamas non avrà liberato gli ostaggi entro il 20 gennaio, si scatenerà l’inferno a Gaza. Al di là delle iperboli, è difficile immaginare condizioni peggiori per la popolazione. Certo, non sono mancate le complicità con i terroristi (che hanno usato pure scudi umani) e i prigionieri israeliani devono essere rilasciati immediatamente. Con tutto questo, seguendo la denuncia ripetuta di Papa Francesco, sarebbe doverosa una maggiore attenzione e un migliore accompagnamento ai tentativi di azioni diplomatiche per una tregua che metta fine alle stragi e dia sollievo umanitario a donne, giovani e anziani. Lodevoli attivisti per la pace, mai stanchi né rassegnati, sono tra noi, e va riconosciuto il loro impegno. Molti di più, tuttavia, dovrebbero unirsi e dare prova di fantasia nell’escogitare modi per smuovere i tanti distratti e i decisori politici. Senza dimenticare la forza della preghiera, servono parole e azioni che ci scuotano da un torpore colpevole di fronte a una situazione tragica che non può lasciare indifferenti. © riproduzione riservata