«La luce che splende sopra di noi, che è nei nostri cuori, che è nelle nostre coscienze, è luce di Cristo»: era la sera dell’11 ottobre 1962, il giorno in cui si aprì il Concilio ecumenico Vaticano II e così san Giovanni XXIII salutava la folla che aveva partecipato alla fiaccolata organizzata per l’evento di quel giorno. E poi pronunciò parole rimaste nella storia: «Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Papa”». E poi: «Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza». In queste parole si coglie il senso della santità di Angelo Giuseppe Roncalli, Papa del dialogo con il mondo, Papa dalla tenerezza infinita. Era nato a Sotto il Monte, nella Bergamasca, il 25 novembre 1881; prete nel 1905, fu cappellano militare nel primo conflitto mondiale. Nel 1921 era visitatore apostolico in Bulgaria e poi in Turchia; nel 1944 arrivò a Parigi come nunzio. Nel 1953 divenne patriarca di Venezia e 5 anni più tardi diventava il 261° Pontefice. Firmò otto encicliche, tra le quali anche la «Mater et magistra» del 1961, sulla Dottrina sociale della Chiesa, e la «Pacem in terris» del 1963, contenente un potente appello «a tutti gli uomini di buona volontà» per la costruzione della pace e del giusto ordine sociale. Morì il 3 giugno 1963, è beato dal 2000 e santo il 27 aprile 2014.
Altri santi. San Filippo, diacono (I sec.); san Firmino di Uzes, vescovo (VI sec.).
Letture. Romano. Gal 3,7-14; Sal 110; Lc 11,15-26. Ambrosiano. 2Tm 4,9-18.22; Sal 140 (141); Lc 21,34-38. Bizantino. Col 2,1-7; Lc 6,12b-18a.
t.me/santoavvenire
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