Il desiderio in una foto L'istantanea delle stelle
Taglio. Hinterland di Milano, primi anni duemila. Nel teatro di una chiesina di periferia una piccola associazione decide di mettere in piedi una stagione lirica. Poche risorse ma tanta voglia. È un modo per far debuttare giovani cantanti lirici e fargli prendere dimestichezza con l'opera. Finiscono le prove, è tarda notte e si abbassa una nebbia avvolgente nel piazzale davanti alla chiesa. «Ci vediamo domani», saluta un cantante del cast. «Certo, studia bene l'ultimo atto» risponde il direttore d'orchestra. Gianluca, tenore nato quattrocento chilometri più in là, saluta tutti e sale nel suo camper, parcheggiato davanti alla chiesa, come fosse una chiocciola che entra nella sua casa. La voglia di fare ed esserci nonostante tutto, il cuore oltre l'ostacolo, il sacrificio per l'obiettivo. Nonostante. Spiega Romano Battaglia: «Essere felici significa vedere il mondo come noi lo desideriamo, conoscere i nostri limiti, accettarli come dono e non come una sconfitta». Pensate se si potesse scattare una fotografia al desiderio. Sarebbe colorata? Mossa? Il desiderio non ha età, regione o limiti. Segue un pensiero preciso. Il desiderio è un gioco di dinosauri in mezzo a un grande salone diviso da un nastro segnaletico. È voler debuttare in un'opera in un teatro di periferia dormendo per giorni in un camper. È rivedere ogni sera le stelle. Nonostante.