Le reti televisive hanno fatto a gara nel celebrare gli 80 anni dallo sbarco in Normandia. Forse, se non andiamo errati, l’ha spuntata La 7, che mercoledì 29 maggio ha anticipato tutti con l’interessante docu-film Inside D-day: filmmakers on the frontline. La Rai non è stata certo a guardare e ha messo in campo il suo pezzo da novanta, ovvero Alberto Angela, lunedì 3 giugno su Rai 1, con uno speciale di Ulisse, che manco a dirlo era fatto molto bene. Un po’ meno bene è andata a Unomattina estate, sempre su Rai 1, dove il giorno stesso del D-Day c’è scappato uno sbarco «in Lombardia». Può succedere, ma i social non perdonano e abbiamo letto ironie di tutti i tipi compreso che «l’idroscalo di Milano in effetti ha un diretto sbocco sull’Oceano Atlantico». Nella stessa gaffe sarebbero poi caduti anche lo Studio aperto di Italia 1 e il Tg di La 7 in una sorta di effetto domino. A parte questo, diciamo che anche i canali tematici hanno aspettato il giorno dell’anniversario, il 6 giugno, per una serie di speciali (vedi Focus) o addirittura un’intera programmazione (History Channel). Tra quanto visto, ad eccezione
di alcuni docu-film in cui la parte fiction lasciava un po’ a desiderare, possiamo affermare che in questi casi un po’ tutte le tv hanno svolto di fatto un ruolo da servizio pubblico, in questo caso ripercorrendo uno dei giorni più importanti del secondo conflitto mondiale, attraverso immagini esclusive, ricostruzioni, racconti dei soldati che in quella primavera del 1944 parteciparono all’azione che diede il via, a carissimo prezzo di vite umane, alla liberazione dell’Europa dal nazismo. In effetti, quasi tutti i documentari visti giovedì sottolineavano, soprattutto con le crude inquadrature dei cadaveri e con le drammatiche testimonianze dei superstiti, quanti morti e feriti sia costato lo sbarco in Normandia.
© riproduzione riservata