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Il conto (iniquo) dello smog

Alberto Caprotti mercoledì 1 novembre 2017
A Londra, il sindaco Sadiq Khan oltre alla “Congestion Charge” in difesa dell'ambiente ha introdotto la “T-Charge”, una tassa di 10 sterline per le auto immatricolate prima del 2006. Chi ha una vettura anziana (circostanza che di solito accade non per scelta ma per necessità), per accedere al centro città ora in tutto deve pagare l'equivalente di 24 euro al giorno. Anche in molte città italiane per parcheggiare occorre accendere un mutuo. E le vie del centro, grazie a blocchi e gabelle, sono percorribili in auto solo all'élite che può permettersene una nuova e possibilmente elettrificata, o di lasciare in garage la propria e andare in ufficio in bici o con il car sharing. Esistono (dove esistono) anche i mezzi pubblici, certo. E difendere la pulizia dell'aria è sacrosanto. Ma questo concetto dilagante che a pagare per lo smog di tutti siano tutti ma i poveri un po' di più, è un messaggio poco edificante. E molto inquinante.