Capitano a tutti, giorni d'una pioggia battente che annega i sogni. Succede, che folate di vento travolgano le impalcature dei nostri progetti. Poi magari all'orecchio giunge una canzone: e, ascoltandola, gli orizzonti si riaprono. «Una mela nella borsa come pranzo, i tuoi occhi fanno a gara con il sole... Un dolore che nascondi molto bene, ma rimane come sfondo alle parole… Cosa è rimasto della frenesia, di un paese che ti stava su misura? È tutto qui, coperto da stelle finte e raffiche di "no"? Un filo di rossetto al panorama, un po' di ammorbidente all'orizzonte: sei sempre tu! La boy-scout con la pistola, la calciatrice con le ballerine... Quello che resta è un po' di una ragazza sdraiata come un fiume su un confine... Ma se guardi un po' sotto e soffi forte, ritorna tutto a splendere, lo so! La vita non aspetta che sia giusto: e il tuono non aspetterà il silenzio... Ma in fondo alle inquietudini ci ritroveremo a ridere, di questo mondo scemo. E in faccia ai nostri incubi lo grideremo, che non ci siamo arresi, non ci arrenderemo mai!... L'amore dato non ritorna a posto; ma resta in giro, e rende il cielo immenso... Il cielo, immenso». Forse anche una canzone può restituirci il sole. Una canzone come questa, firmata Lorenzo Cherubini. O, se preferite, Jovanotti.