IL CIELO DALLA SOFFITTA
di Bergen-Belsen. Da quella soffitta ove si consumano i suoi giorni, la ragazza vede uno squarcio di cielo e quella contemplazione non è più per lei un'esperienza visiva ma una visione dell'anima. Il cielo riesce a illuminare l'interiorità e a farne emergere la purezza e la bontà nascosta. Anche la persona superficiale oppure cattiva, se s'impegna per un istante a staccarsi dal suo grigio o truce orizzonte e a cercare il cielo, segno della trascendenza e del divino, scopre che ha ancora in sé un seme di luce, un germoglio di bontà. È in quello sguardo verso l'infinito che possono sbocciare le conversioni e può rifiorire, anche nella disperazione, la serenità. Proprio per questo è necessario ogni tanto levare il capo verso l'alto, stare in silenzio, scoprire il gusto della meditazione, far affiorare una preghiera. È solo per questa via che la grazia divina appare e s'irradia in noi e la pace penetra nel cuore, facendoci assaporare la vera gioia, "splendida scintilla divina", come la chiama il poeta tedesco Friedrich Schiller nel suo celebre Inno alla gioia.