Il caso Montalbano e la forza della (buona) tv
Secondo la versione che passerà alla storia, tutto iniziò nel 2002 con l'inclusione delle città barocche del Sud-Est della Sicilia nella lista Unesco dei siti patrimonio dell'umanità. In realtà, il boom risale agli ultimi anni e ha una ragione diversa: il successo in tutto il mondo della fiction Rai dedicata al "Commissario Montalbano", versione televisiva dei romanzi di Camilleri, una delle pochissime produzioni dell'azienda pubblica i cui diritti sono stati venduti in ogni angolo del globo, dagli Stati Uniti alla Russia, dal Regno Unito al Giappone.
Dalla primavera all'autunno, i turisti che oggi affollano l'area del Ragusano si trasformano spesso in "pellegrini" in visita ai luoghi-cult che hanno fatto da set alla produzione televisiva. E il nome "Montalbano" compare ormai ovunque nei luoghi ricettivi dell'area, dalle trattorie ai bed and breakfast.
È la forza della buona tv e delle produzioni di qualità. Un'arma straordinaria nelle mani degli italiani, ma ancora poco sfruttata: raccontare non solo storie, ma soprattutto atmosfere uniche al mondo, non solo personaggi, ma anche esperienze artistiche con una notorietà e un appeal globale è oggettivamente una risorsa speciale e persino unica per il nostro Paese. E per i suoi attori del mondo dei media, che dovrebbero puntare con decisione su questa strategia: promuovendo produzioni italiane di qualità, dedicate ai "miti" della storia e dell'italian way of life, dello stile di vita italiano, che possono avere costi iniziali maggiori (rispetto alle produzioni acquistate dall'estero), e però offrono la possibilità di "conquistare" i mercati del mondo. E di mettere in campo i più efficaci strumenti di promozione dell'italianità che il villaggio globale conosca.
@FFDelzio