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Il canto delle cattedrali del Nord: c'è il gregoriano alle radici di Francia

Andrea Milanesi domenica 10 luglio 2011
A prima vista potrebbe sembrare il repertorio più "orfano" e "anonimo" della storia della musica sacra, ma a ben guardare il canto gregoriano porta impresso nel proprio patrimonio genetico il sigillo di un'autenticità e di un'autorevolezza, di un'originalità e di una fecondità davvero straordinarie.
Nei codici medievali non ci sono infatti firme o attribuzioni certe che attestino la paternità di antifone, inni o responsori da parte di autori o compositori "di professione", almeno così come noi li intendiamo oggi, ma queste musiche rappresentano la testimonianza più vibrante di come nel passato musica e liturgia fossero un patrimonio imprescindibile comune a tutta la Chiesa, a rappresentare la voce viva di una comunità che attraverso il canto ha custodito e rivestito di melodie e suoni la Sacra Parola.
Ancora oggi, all'alba del Terzo Millennio, studiosi e interpreti continuano a sforzarsi di scoprire e studiare nel profondo il portato di repertori locali che non hanno mai smesso di esercitare un richiamo e un fascino rimasti immutati di fronte al trascorrere dei secoli. Nel disco intitolato Chants des trois Évêchés (Canti dei tre Vescovadi), le voci maschili e femminili del gruppo Scola Metensis dirette da Marie-Reine Demollière sono per esempio ritornate sulle tracce dell'antico apparato liturgico della Bassa Lorena, riportando alla luce brani provenienti appunto dall'antico distretto costituito dalle tre grandi diocesi di Metz, Toul e Verdun, centro vitale della vita religiosa della Francia nord-occidentale (cd pubblicato da Ligia Digital e distribuito da Jupiter); un tesoro unico rappresentato da canti processionali, drammi liturgici in miniatura e brani per l'Ufficio delle Ore provenienti da manoscritti databili tra il X al XV secolo, caratterizzati da una cifra espressiva di forte suggestione e da un linguaggio simbolico di assoluta ricchezza e bellezza.
Con orgoglio tipicamente transalpino, questo progetto intende restituire intatto l'alto valore di una tradizione artistica e spirituale che, pur riferendosi a un ambito spazio-temporale alquanto circoscritto, ha l'indubbio merito di portare nuovamente l'attenzione sul significato del canto gregoriano e sulla sua attualità, spingendosi nel contempo al cuore delle radici cristiane dell'Europa.