Il brindisi in tv? Made in Italy
L'iniziativa di Zaia, è stata accolta con favore dai viticoltori, tanto che l'Unione italiana vini (Uiv) ha parlato di un gesto «importante e non così scontato». Insomma, per sostenere i nostri prodotti è bene pensare a tutto. Anche se i conti della vitivinicoltura non vanno poi tanto male. Secondo l'Uiv, infatti, il saldo positivo del comparto è pari (stando ai dati dell'agosto scorso) a 2,2 miliardi di euro, mentre le "bollicine italiane" rappresentano oggi un giro di affari superiore a 460 milioni di euro, con un sensibile incremento delle esportazioni nei primi nove mesi del 2009 (+14% rispetto a settembre 2008), mentre il mercato nazionale evidenzia una situazione stimata come stazionaria (anche se le statistiche fanno segnare un -2% sia in volume che in valore). Le imprese attive nella produzione di spumanti, tuttavia, credono in un mercato migliore di oggi: in termini di bottiglie prodotte, gli indici per le etichette più importanti sono tutti positivi.
Rimane ovviamente il pericolo della concorrenza estera. Non solo in Italia ma, soprattutto, sui mercati europei e oltreoceano. E non solo per gli spumanti. A far capire in che situazione si trovino tutti i nostri vini, per esempio, è stata una ricerca finanziata da Montepaschi Siena sulle strategie e le prospettive per grandi vini toscani nei mercati anglosassoni. Il risultato è preoccupante. La grande maggioranza dei consumatori inglesi non sa che cosa sia un vino Docg. È cioè sconosciuto uno dei parametri che distinguono i nostri vini dagli altri. Anzi di più, secondo la ricerca, le certificazioni Docg non rappresentano uno strumento di guida per i consumatori. I partecipanti all'inchiesta hanno dichiarato che se anche i vini di qualità toscani hanno una buona immagine nel mercato inglese, si percepisce una mancanza di coesione, se non una vera e propria competizione, all'interno della stessa denominazione. Un mezzo disastro, dunque. Anche perché a starci con il fiato sul collo ci sono i produttori francesi, ma anche quelli spagnoli e australiani che in fatto di immagine pare siano più bravi. Viene quindi da chiedersi: perché non regalare qualche bottiglia di buon spumante italiano anche alle più importanti emittenti radiotelevisive europee?