Esiste un'arma spietata, praticamente infallibile, in ogni tenzone verbale. Si tratta del "benaltrismo". Il benaltrismo. Se giustamente collocato, sarebbe motivo esilarante di quelle "tracce di discorso" (Freud) che tanto ci dimostrerebbero quanto, parlando, non solo usciamo dal seminato, ma lo disseminiamo, o almeno proviamo a farlo con vigore. Facendo un esempio domestico, il più blando possibile. Se parlo delle mie preoccupazioni per il mal di schiena di mia zia che tende a peggiorare invece cha a migliorare malgrado le cure, il benaltrista prontamente mi replica che suo cugino si è rotto il femore, e ne avrà, consideratene l'età, per tutta la vita. Ecco che la vittima del benaltrista, quasi vergognandosene, non ha più argomenti a disposizione, riconosce la priorità della ragione dell'avversario e tace. Ma questo è solo un esempio del nostro quotidiano. Il benaltrismo dilaga invece in ogni contesto pubblico di rilievo locale, nazionale e pure mondiale. C'è sempre un argomento più grave a delegittimare un argomento meno degno di considerazione. Per vincere il benaltrismo bisognerebbe trovare un argomento che nessun altro potrebbe sconfiggere. L'argomento degli argomenti. Io credo di averlo trovato. Ma non so quanti sarebbero d'accordo con me, visto le pose paradossali del contemporaneo. Comunque, l'unico argomento per sconfiggere il benaltrismo è parlare soltanto di Dio.