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Il 2007 sarà una buona annata

Vittorio Spinelli sabato 16 giugno 2007
Secondo alcune recenti rilevazioni, il 2007 per l'agricoltura potrebbe essere un anno positivo dal punto di vista della produzione e del valore aggiunto. Certo, si tratta di prime ipotesi che andranno confermate, ma l'andamento dei primi mesi dell'anno è in ogni caso migliore rispetto allo stesso periodo del 2006. Gli agricoltori potrebbero quindi essere contenti se, nel frattempo, nel Paese non si litigasse sulle ultime decisione assunte dall'Ue in tema di ortofrutta e di prodotti biologici. Bisticci di poco conto? Non proprio, visto che proprio sull'ortofrutta si fonda una parte sostanziosa della produzione agricola nazionale. Vediamo prima di tutto le previsioni. Secondo l'Ismea (l'Istituto per i servizi ai mercati agricoli) che costantemente tiene sotto osservazione l'andamento degli scambi e le condizioni della produzione del comparto, il 2007, grazie anche all'avvio positivo dell'anno, dovrebbe riservare uno scenario base in recupero per la produzione totale, con un incremento del 2,7% annuo e un aumento del valore aggiunto dell'1,9%. La ripresa, ha specifica l'Ismea, dovrebbe riguardare sia la produzione vegetale (+3,7%), sia il comparto zootecnico (+1,4%). E non solo, perché sempre secondo gli osservatori dell'Istituto, una buona crescita della produzione dovrebbe essere registrata per il frumento, grazie anche alle migliori condizioni climatiche nel periodo delle semine, che ha favorito gli investimenti, e all'aumento dei prezzi dei cereali sui mercati internazionali. Le produzioni animali dovrebbero invece beneficiare di una forte spinta del comparto avicolo, in previsione di un'ulteriore espansione dei consumi in Italia. Insomma, tutto bene almeno fino ad oggi e tenendo conto dell'andamento climatico, dei problemi possibili legati alla siccità probabilmente scongiurata ma comunque patita nelle prime fasi dell'anno e del fatto che i mercati agricoli sono sempre stati quelli più «a rischio« di mutamenti di fronte improvvisi al pari di quelli borsistici. Di fronte ad una prospettiva di questo genere, però, stride e preoccupa la situazione creatasi fra Governo e organizzazioni agricole e, prima ancora, fra l'Italia e la Ue. Le decisioni sulla soglia pari allo 0,9% di presenza di Ogm nei prodotti biologici, a cui l'Italia si è opposta ma senza successo, e l'approvazione della riforma del mercato degli ortofrutticoli che non è piaciuta a buona parte dei produttori, hanno generato più di un motivo di attrito. Da una parte, infatti, la cosiddetta «minoranza di blocco» che doveva arginare la decisione riguardante i prodotti biologici, è fallita all'ultimo minuto. Dall'altra, le nuove regole di mercato dell'ortofrutta hanno ricevuto valutazioni diametralmente opposte da Governo e agricoltori. È una situazione - caratterizzata anche da giudizi e valutazioni non certo tenere sulla condotta della trattativa - che non si vedeva da tempo e che, al contrario di quelle registrate dall'Ismea, non fa assolutamente ben sperare nel futuro del comparto.