Il 2007? Sarà l'anno del vino
Per le vendite all'estero, grandi speranze sono riposte nel mercato Usa, così come in quello inglese, russo e canadese. Insomma, l'Italia del vino che conta, ci crede per davvero al proseguimento della crescita del comparto. Anche se non si nasconde davanti ai problemi e ai rischi che ancora permangono. Basta pensare alla ancora forte possibilità di perdita della nostra competitività internazionale (che per il 31% delle imprese rimane il pericolo più alto), così come alla ancora persistente debolezza nei consumi (26%) e la concorrenza dei Paesi del Nuovo Mondo (17%). Ma ci sono anche altri rischi ancora più forti, dai quali l'intero comparto deve guardarsi. Come quello, per esempio, di dimenticare i vini che blasonati non sono, ma che possono contare molto nel mercato e che dignitosamente ricoprono quote già importanti dello stesso. È il caso della Barbera, uno di quei vini che tutti conoscono ma che difficilmente riescono a conquistare le luci della ribalta. Proprio per questo "grande" nome, fra l'altro, è partita in queste settimane addirittura una raccolta di firme per conquistare la Docg dopo la semplice Doc. C'è poi, il vasto mondo dei vini da tavola, quelli che magari hanno un mercato localissimo, quelli che devono scontare la grande qualità a prezzi bassissimi, quelli che, tuttavia, costituiscono ancora buona parte della produzione enologica nazionale. La speranza, è che anche a queste etichette si possa presto allargare l'ottimismo che sembra aver pervaso le imprese vitivinicole ai primi posti in Italia.