I trionfi dei numeri altri di Hassan e dell'Oratorio
Deve essere successa più o meno la stessa cosa al pugile Hassan Nourdine, nato in Marocco e ora cittadino italiano che oltre a essere atleta per vivere fa l'operaio in un'azienda metalmeccanica di Asti, dove abita. Hassan, nuovo campione italiano della categoria Superpiuma, ha battuto il connazionale triestino Michele Broili, che si è presentato sul ring con il corpo coperto da tatuaggi di evidente ispirazione nazista, come la bandiera con le lettere SS in caratteri runici, il numero 88 che negli ambienti neonazisti sta per HH (acronimo del saluto Heil Hitler) o la scritta "Ritorno a Camelot" nome di un raduno di Skinheads. «Non volevo credere a ciò che vedevo», ha dichiarato Hassan che ha vinto sul ring e anche fuori, in virtù della sua bella storia di inclusione che è lì, a ricordarci quanta forza possa regalare il sentirsi parte di una comunità che non vuole dividere, ma accogliere.
Chiudo il cerchio con una piccola celebrazione cui mi è capitato di partecipare, in una piccola città in provincia di Torino. Don Bruno Marabotto, responsabile dell'Oratorio di San Domenico di Pinerolo mi ha invitato all'inaugurazione di una piastra sportiva polivalente, donata da un politico locale ormai anziano e un po' acciaccato, che ha voluto restituire in quel modo molto concreto qualcosa al suo territorio, per ringraziare di quella responsabilità e fiducia concessa ed esercitata per tanti anni in Senato. Una cerimonia semplice, con tanti ragazze e ragazzi che una volta ancora avevano negli occhi soltanto un bisogno: essere messi nelle condizioni di appartenere a qualcosa di grande, di bello, di inclusivo.
Tre storie completamente diversa l'una dall'altra, ma che hanno in comune quell'idea di voler far parte di qualcosa capace di migliorare un po' il mondo, anche solo del pezzetto di mondo che sta intorno ai nostri piedi, per restituirlo, possibilmente più bello di come l'abbiamo trovato, a qualcuno che verrà dopo di noi.