I terremoti, le vittime i Premi Nobel e gli allocchi
CERTIFICAZIONI
Sul Venerdì di Repubblica (1 maggio) Michele Serra risponde a una lettrice di Bologna che si lamenta perché, a scuola, suo figlio, nell'ora alternativa a quella di religione, deve subirsi lezioni di Corano: «Per chi vorrebbe crescere senza religione, in questo Paese la scelta non è contemplata», dice la madre che si sentiva finita dalla padella nella brace. Serra risponde che «ci si può sentire parte del cielo anche senza la certificazione di un prete o di un imam». Però quel Venerdì annuncia l'imminente uscita del primo dei tre volumi della Bibbia allegato a Repubblica e Espresso: «Il libro dei libri: scritto per volontà divina e con il timbro della Cei». Anche L'Espresso, su cui Serra ha una rubrica fissa, l'annuncia con un articolo bello davvero di Sandro Magister, che la presenta a chi la conosce poco o niente: «Le divine parole crescono con chi le legge», diceva san Gregorio Magno. La «certificazione» almeno della Bibbia è necessaria per capire che cosa sono il cielo e l'uomo.
RIVOLUZIONI
«Che cos'ha di diverso l'Italia dalle altre nazioni moderne?» si chiede Armando Massarenti, giornalista un po' filosofo del Sole 24 Ore (26 aprile), che rimpiange la Magna Charta degli Inglesi, i Francesi e i Nordamericani «con le loro Rivoluzioni di stampo illumini-
stico». A noi Italiani, si risponde, «manca un mito fondatore universalmente condiviso». Si dev'essere dimenticato della rivoluzione cristiana, che ha pervaso e l'Italia prima e l'Europa poi, tanto che gli atei, per definirsi, debbono partire da Dio, gli anticlericali dal clero (in greco kleros, cioè eredità di Cristo), i laici da una parola cristiana (laikòs, membro del popolo di Dio), il comunismo che qualcuno chiama-
va chiesa e persino le bestemmie che parlano di Dio e dei Santi...