I tanti, troppi verbi di un fallimento e l'effetto del non sapersi parlare
È una delle notizie su cui le diverse percezioni del mondo, della vita e del Paese si fanno più marcate. Alle due estremità: sul “Manifesto” (28/10) Norma Rangeri non ha dubbi: «Se anziché i deputati e i senatori, fossimo stati chiamati noi cittadini a votare (...) contro la barbarie di aizzare l'odio verso le persone omosessuali o transessuali, è sicuro che avremmo avuto una risposta di condanna senza se e senza ma»; ma non ha dubbi nemmeno Luigi Mascheroni sul “Giornale” (29/10): «Il Paese non è mai stato convinto dell'urgenza di una legge del genere».
Dove tutti sembrano d'accordo è invece sull'errore compiuto dal centrosinistra. Severi sono i toni di Massimo Gramellini sul “Corriere” (28/10): «Per evitare l'ennesima figura barbina sarebbe bastato che i variopinti inquilini della casa facessero qualcosa non di sinistra, ma di inedito: parlarsi. Discutere, litigare, mediare e poi uscirsene fuori con un accordo di compromesso». Con toni più lievi gli fa eco Stefano Folli sulla “Repubblica” (18/10): «Il braccio di ferro ha portato alla sconfitta prevedibile del centrosinistra». L'affossamento, e riposi in pace.