I sorprendenti «Divoti affetti» di Ristori una Via Crucis nella Dresda del '700
Una sorta di "circolo virtuoso" che ha inevitabilmente avuto ripercussioni positive sulla varietà e sull'alto standard qualitativo dell'apparato musicale con cui gli illustri maestri attivi a corte accompagnavano le principali celebrazioni religiose lungo tutto il corso dell'anno, tra Sante Messe, Vespri, Litanie, Oratori e un gran numero di pezzi d'occasione destinati alle diverse festività presenti nel calendario liturgico.
All'interno di tale repertorio rientrano i Divoti Affetti alla Passione di Nostro Signore, scritti da Ristori «per uso della Reale Cappella di Dresda nei Giorni de' Venerdì e Domeniche della Quadrigesima». Si tratta di una serie di brani di carattere penitenziale su testi latini che ricalcano l'impronta formale dei duetti da camera profani con accompagnamento di basso continuo, ma la cui intima cifra espressiva si riferisce alla dimensione più raccolta della produzione da chiesa di epoca barocca.
Accompagnati dall'ensemble strumentale Echo du Danube, il soprano Dorothee Mields e il controtenore Franz Vitzthum sono entrati in perfetta consonanza con la ricchezza degli spunti meditativi offerti dalle pagine di Ristori (Super Audio Cd pubblicato da Accent e distribuito da Jupiter); sublimi perle musicali che ora trasfigurano in letizia e speranza per l'intera umanità le sofferenze patite da Cristo sulla croce (nello splendido Qui sinum patris), ora spingono ogni peccatore a partecipare con dolente immedesimazione al sacrificio dell'Agnello di Dio (Jesu morti tradebaris) o a confrontarsi nel profondo dell'animo con il mistero della misericordia divina (Implete pectus).