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I sogni commerciali che Niamey meritava

Mauro Armanino martedì 26 maggio 2020
Può una capitale che meriti questo nome rimanere senza un Centro Commerciale? Da Niamey Nyala a Niamcoco il passo lessicale è breve. Dalla capitale “civettuola” a Niam-coco c'è di mezzo la sabbia. Solo lei regala alla capitale la sua seduzione, come dimostrano le immagini della tempesta di inizio maggio che hanno fatto il giro del mondo. Dopo il nuovo aeroporto internazionale, il centro culturale dedicato al Mahatma e offerto dall'India, l'hotel 5 stelle Radisson blu, i semafori nuovi di zecca con tanto di secondi a scalare alle rotonde della capitale, il nuovo edificio multipiano per il ministro delle Finanze e molte altre opere di pubblica (in)utilità, avremo pure noi, finalmente verrebbe da dire, un Centro Commerciale. Il comunicato del Consiglio dei ministri del 15 maggio è stato oltremodo chiaro e inequivocabile. «Nel contesto del programma di modernizzazione della Città di Niamey, si intraprende il progetto di costruzione per un Centro Commerciale e per il tempo libero. Questo per rafforzare le capacità di questa città di offrire alla popolazione migliori condizioni nell'ambito delle transazioni commerciali, del divertimento e dello sport».
Dunque non si vive di solo Covid-19 ma anche di progetti commerciali, di imprese di costruzione, di demanio pubblico, di edilizia che ha reso Niamey ciò che pochi avrebbero sospettato quando fu eretta come capitale del Niger. In effetti, dal 1960, anno dell'indipendenza, al 2010, in 50 anni dunque, la popolazione della capitale si è moltiplicata per 36, passando da 34mila abitanti a 1 milione e 222mila. Questa crescita vertiginosa non è stata accompagnata da quella delle corrispondenti infrastrutture. E questo ha condotto alla crisi abitativa della popolazione a reddito debole che rappresenta la grande maggioranza di coloro che a Niamey cercano un alloggio. Una delle conseguenze è stata quella di un eccessivo frazionamento in lotti di cui non è sempre facile identificare i proprietari e che, proprio come dune di sabbia, possono mutare con le stagioni e la direzione del vento. La superficie di Niamey, d'altra parte, è stata moltiplicata per più di due volte in meno di 15 anni. Niamey la “coquette” vuole sorprendere.
Questo ci aiuta a cogliere meglio l'idea del Centro Commerciale fissato dal progetto di decreto del citato Consiglio dei ministri della settima Repubblica del Niger. Esso dovrebbe costruirsi sull'appezzamento “Estensione Idé Gano” del territorio metropolitano. Potrebbe comprendere un complesso commerciale a due distinti perni, un hotel a 4 stelle (per umiltà), due centri per il tempo libero e un centro d'affari. Spesa prevista 90.500 miliardi di franchi locali e cioè qualcosa come 181 milioni di dollari, totalmente a carico di investitori privati. Niamcoco contribuirà dunque a rendere la capitale ancora più attrattiva di quanto non sia adesso e si assisterà senza dubbio all'ulteriore moltiplicarsi di semafori a tempo indeterminato, la durata dei quali è in funzione delle manifestazioni studentesche che, in genere, li usano come bersaglio privilegiato. Quanto al Complesso Commerciale, visto il contesto che caratterizza il Movimento del Rinascimento, condotto dal partito di maggioranza, il Partito Nigeriano per la Democrazia e il Socialismo (Pnds), sarà dunque profondamente popolare.
Un'intera ala del Centro sarà di esclusiva fruizione dei rifugiati, nel frattempo moltiplicatisi vista la realtà caotica della zona, i quali – in attesa di trovare un Paese ospite – avranno accesso incondizionato ai sogni che hanno da sempre coltivato. I migranti semplici invece, dopo essere stati bloccati dalle politiche di esternalizzazione delle frontiere da parte dell'Europa, saranno assegnati a un'ala attigua a quella dei rifugiati. Oltre a una cucina autogestita dalle donne a seconda delle nazionalità, avranno pieno e riservato accesso a una piscina soprattutto per imparare a camminare sulle acque, considerato che visti e barconi in grado di galleggiare sono ormai una chimera. Celebreranno occasionali feste dove i primi invitati saranno operatori umanitari e delle organizzazioni internazionali prima di essere rimandati nei rispettivi Paesi di provenienza. La gestione dei luoghi per il tempo libero sarà affidata a chi non ha ancora trovato casa. E per i mendicanti è prevista l'apertura di una scuola professionale nella quale alcuni di loro saranno i maestri. Quanto ai bambini di strada, secondo un progetto non ancora approvato del tutto dalle autorità, avranno il potere di eleggere uno di loro come prossimo primo ministro.
Niamey, 24 maggio 2020