I social a soccorso delle fragilità: così internet è un dono di Dio
Per rappresentare l'ampliamento di orizzonti che la comunicazione contemporanea comporta per tante persone, ecco una coppia di genitori-nonni che saluta figlia e nipote via skype, un giovane disabile davanti a un notebook, un maestro e un bambino in una scuola spoglia ma dotata di pc, un altro bambino con il suo tablet e la nonna accanto. Per ritrarre la rete digitale come un luogo non di alienazione, ma concreto e ricco di umanità, ecco prima una coppia di ragazzi al parco, l'uno spalle all'altra, occhi e mani sullo smartphone, e dopo un gruppo che si fa un selfie durante una gita. Infine, sull'intenzione vera e propria – «Preghiamo insieme perché le reti sociali non annullino la propria personalità, ma favoriscano la solidarietà e il rispetto dell'altro nella sua differenza», compaiono un mosaico di sedici persone liete perché usano “bene” i loro cellulari e poi ancora un gruppo di bambini attenti al loro educatore e al suo pc portatile. I primi quattro quadretti e l'ultimo lasciano intendere una tecnologia capace di soccorrere le condizioni di fragilità. È, evidentemente, questo che fa dire a Francesco, all'inizio, che «internet è un dono di Dio».