I sentieri del bosco, il Ventennio e la fuga di Alcide dal pessimismo
Naturale sarebbe stato diventare pessimista verso gli uomini del potere, gli amici che lo avevano dimenticato o il destino. Quello stare nascosto per non essere troppo notato, quel camminare per la città ai lati. Dalla strada per non costringere un conoscente di altro tempo a salutarlo o per risparmiare al proprio cuore la vista di un vecchio compagno, scivolare dietro un angolo per la paura di compromettersi con un'alzata di cappello. Tanto era riuscita ad ottenere in pochi anni la dittatura.
Tutta la tragedia del suo spirito che vedeva crollare sogni e ideali per cui aveva combattuto, avrebbe dovuto fare dì lui un uomo triste e chiuso, mentre aveva mantenuto un animo sereno anche nella sofferenza ed aveva salvato un raro lirismo interiore. Quando l'Italia riprese la sua libertà mio padre si trovò di nuovo con una bandiera in mano e cercò di difenderla finché ebbe vita. E di nuovo chiedeva a chi aveva vicino: «Vieni anche tu?». Si venivano. Una folla di generosi e di fedeli della giustizia si misero in marcia. Poi lentamente qualcuno si fermò, trovò un posto all'ombra, una poltrona a sdraio. Altri rallentarono la marcia abbandonarono il loro capitano e quando egli li lasciò per sempre scomparvero nel folto bosco per mille diverse strade.