Iprezzi agricoli alla produzione salgono. In tempi di ristrettezze economiche, per l'agricoltura questa è bella notizia, anche se è da prendere con tutta la cautela del caso. I numeri, tuttavia, parlano chiaro: secondo l'Ismea (l'istituto che tiene sotto controllo l'andamento dei mercati agroalimentari), in ottobre le quotazioni all'origine sono salire del 4,2% rispetto a settembre e del 9,2% rispetto all'analogo periodo dello scorso anno. Certo, tutto deve essere confermato nei prossimi mesi e, soprattutto, tutto deve fare i conti con i tracolli che le imprese agricole hanno sopportato nei mesi e anni passati. Ma il segno è sufficientemente indicativo. Chiarezza e speranza che vengono accresciute dal dettaglio che lo stesso Ismea fornisce. L'aggregato delle coltivazioni registra, infatti, un incremento mensile dei prezzi pari al 7%, con punte del 18,2% per gli ortaggi e legumi e del 12,2% per la frutta fresca e secca. Sempre nel raffronto con il mese precedente i vini registrano una rivalutazione dei listini all'origine del 3%, che ha interessato in particolare le tipologie Doc e Docg rosse e rosate. Per i cereali, invece, l'adeguamento al rialzo dello 0,9% (e si tratta di una stabilizzazione dopo i significativi rincari che hanno interessato il comparto a partire da luglio scorso). Ciò che conta, però, è più che altro la cosiddetta «dinamica tendenziale» che fa segnare un incremento delle quotazioni delle coltivazioni del 13,5%, ma con significativi rialzi per i cereali (+40%) e la frutta, i cui prezzi hanno fatto segnare un incremento del 20,4% a causa, soprattutto, della minore disponibilità sul mercato di mele, pere e kiwi. In pesante flessione, invece, sono gli oli di oliva e gli ortaggi.
Grosso modo si ritrova la stessa situazione nel settore degli allevamenti. La crescita dei prezzi rilevata è stata dell'1,7% rispetto a settembre e del 4,9% rispetto ad ottobre 2009. In questo caso, però, occorre mettere in conto la forte variazione negativa (-3,7%) dei prodotti suinicoli. A far sorridere i produttori, tuttavia, ci si è messo l'andamento delle quotazioni dei prodotti lattiero caseari (+13,5% rispetto allo scorso anno).
Basteranno questi numeri per risollevare le sorti dell'agricoltura nazionale? Evidentemente no e almeno per due motivi. Uno è già stato sfiorato: questi rialzi, seppur importanti, probabilmente non riusciranno subito a far recuperare ai bilanci delle imprese quanto è stato perso in mesi di ribassi. In secondo luogo, accanto ai rialzi delle quotazioni occorre anche dell'altro e cioè una politica di rilancio del comparto e un'azione comune fra Governo, organizzazioni agricole e filiere agroalimentari che possa far recuperare valore aggiunto anche all'agricoltura. In questo senso, secondo Coldiretti, qualcosa sembrerebbe essere stato fatto con gli ultimi emendamenti alla Legge di stabilità approvati dalla Camera. Rimane il problema di fondo di sempre: dare continuità alla politica agricola e alla sua applicazione.