I numeri di due dialoghi digitali comunicano speranza e fiducia
Sono numeri belli perché non si tratta proprio di qualche parola veloce, secondo il modo nel quale prevalentemente leggiamo e scriviamo in Rete, ma di vere e proprie conferenze, anche se c'è Fabio Bolzetta che ci mette la sua qualità di giornalista-conduttore televisivo (aiutato da Andrea Canton in ascolto del Web). Chi ha qualche idea delle presenze medie alle serate dei centri culturali, o delle tirature medie di tanti volumi e volumetti, potrà fare i confronti: pur sapendo che ad alcune delle "visualizzazioni" potrebbe corrispondere una durata di pochi secondi (mentre nessuno, si spera, va a una conferenza per fuggirne un momento dopo, né butta un libro dopo averne sfogliato due pagine), si tratta pur sempre di migliaia e non di centinaia o decine.
Le mie propensioni e la ragione sociale di questo spazio mi inducono a soffermarmi sul contributo di padre Occhetta, trascritto sul suo blog ( tinyurl.com/n2qjbom ). Fra tante affermazioni che condivido in tema di fake news ("bufale" e affini) e altrettanti suggerimenti che faccio miei, sottolineo questa definizione delle «buone notizie»: sono quelle che «difendono la vita, rispettano il dolore, costruiscono bene comune».