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I numeri di due dialoghi digitali comunicano speranza e fiducia

Guido Mocellin venerdì 5 maggio 2017
Mi sembrano belli i numeri che, sulla pagina Facebook dell'Associazione Webmaster Cattolici Italiani (WeCa), danno il polso dell'interesse suscitato dai primi due dialoghi – sui cinque in programma – del ciclo «Comunicare speranza e fiducia». Sono video andati in diretta streaming sul sito WeCa ( tinyurl.com/n8z9tkk ) e sul social network, con la possibilità di interloquire in tutti i modi digitali possibili, e poi sono rimasti disponibili a chi ha preferito seguirli in un altro momento. In meno di 24 ore, in 4.500 hanno visualizzato i 30 minuti di Salvatore Natoli, in diretta il 3 maggio su «Avere fiducia»; dal 26 aprile, quando è passata la mezz'ora di padre Francesco Occhetta su «Tempo di post-coscienza», le visualizzazioni sono state invece 7.800. Poi ci sono i like, le condivisioni, i tweet, i clic sul sito WeCa e sul canale Youtube, eccetera.
Sono numeri belli perché non si tratta proprio di qualche parola veloce, secondo il modo nel quale prevalentemente leggiamo e scriviamo in Rete, ma di vere e proprie conferenze, anche se c'è Fabio Bolzetta che ci mette la sua qualità di giornalista-conduttore televisivo (aiutato da Andrea Canton in ascolto del Web). Chi ha qualche idea delle presenze medie alle serate dei centri culturali, o delle tirature medie di tanti volumi e volumetti, potrà fare i confronti: pur sapendo che ad alcune delle "visualizzazioni" potrebbe corrispondere una durata di pochi secondi (mentre nessuno, si spera, va a una conferenza per fuggirne un momento dopo, né butta un libro dopo averne sfogliato due pagine), si tratta pur sempre di migliaia e non di centinaia o decine.
Le mie propensioni e la ragione sociale di questo spazio mi inducono a soffermarmi sul contributo di padre Occhetta, trascritto sul suo blog ( tinyurl.com/n2qjbom ). Fra tante affermazioni che condivido in tema di fake news ("bufale" e affini) e altrettanti suggerimenti che faccio miei, sottolineo questa definizione delle «buone notizie»: sono quelle che «difendono la vita, rispettano il dolore, costruiscono bene comune».